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Agrigento, scuole sotto accusa: contestata misura sulla partecipazione studentesca

La decisione della dirigente scolastica Patrizia Pilato, del liceo scientifico Leonardo di Agrigento, ha sollevato un acceso dibattito e una formale contestazione da parte della Cgil locale.

La circolare, pubblicata nell’app dell’istituto durante lo sciopero generale a sostegno della Palestina, imponeva agli studenti assenti una condizione per il rientro in aula: l’accompagnamento di un genitore.
Questa misura, percepita come una risposta diretta alla partecipazione studentesca in una mobilitazione di ampio respiro, è stata duramente criticata dal sindacato, che ne ha denunciato la gravità e la potenziale violazione di diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana.
In particolare, la Cgil sottolinea come la decisione interferisca con il diritto costituzionale allo sciopero, espressione di libertà individuale e collettiva, e con la libertà di partecipazione alla vita democratica del Paese, pilastro di una società civile matura.

Alfonso Buscemi, segretario della Cgil di Agrigento, ha espresso profonda preoccupazione per l’impatto di tale provvedimento sulla formazione degli studenti.

Il diritto di manifestare dissenso, di esprimere opinioni su temi di rilevanza globale come la pace, i diritti umani e la giustizia internazionale, è un elemento cruciale per la crescita di cittadini consapevoli e responsabili.

La scuola, per sua vocazione, dovrebbe essere un luogo di confronto aperto, di stimolazione critica e di promozione della libertà di pensiero, non un ambiente in cui si impongono limiti arbitrari e si mortificano le coscienze.
Il segretario interroga le istituzioni educative, invitandole a riscoprire il loro ruolo originario: alimentare il pensiero critico, incoraggiare l’impegno civile e favorire la crescita di una coscienza collettiva sensibile alle problematiche globali.
La limitazione della partecipazione studentesca, lungi dal garantire ordine e disciplina, rischia di soffocare l’iniziativa, di ostacolare il dialogo e di generare un senso di frustrazione e alienazione.

La Cgil si augura che l’episodio possa rappresentare un’occasione di riflessione profonda per l’istituzione scolastica, spingendola a rivedere le proprie politiche e a riconfermare il suo impegno a favore di un’educazione inclusiva, democratica e attenta alle esigenze della società contemporanea.

Il confronto aperto, il dibattito costruttivo e il rispetto delle opinioni divergenti sono i veri strumenti per costruire una comunità scolastica coesa e per formare cittadini attivi e responsabili.

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