L’arresto di Gianfranco Stracquadaini, figura a lungo elusiva per le autorità vittoriesi, pone fine a un periodo di intensa ricerca durato diciotto mesi.
L’uomo, ricercato in relazione al tentato omicidio di Roberto di Martino, consumatosi ad aprile 2024, è stato assicurato alla giustizia nell’area periferica di Vittoria, un’area che sembrava essere diventata il suo rifugio.
L’evento che ha segnato l’inizio delle indagini risale ad un pomeriggio di aprile, quando Di Martino, alla guida del proprio veicolo, venne brutalmente avvicinato da un individuo armato.
Nonostante il tentativo di aggressione, la sua prontezza di riflessi gli permise di reagire, ingranando la marcia e fuggendo.
Tuttavia, il persecutore non desistette, infliggendogli una ferita grave all’occhio, un segno tangibile della ferocia dell’atto.
L’arresto di Stracquadaini, operazione condotta con la supervisione della Distaccatura Direzione Antimafia di Catania, si inquadra in un contesto investigativo più ampio.
Le indagini, avviate a seguito del recente rapimento di un diciassettenne vittoriese, hanno progressivamente stretto il cerchio attorno all’uomo, rivelando la sua capacità di mimetizzarsi e di mantenere una presenza radicata nel territorio, senza apparentemente allontanarsi dal suo ambito originario.
L’evento del rapimento del giovane vittoriese, pur distinto per natura, ha in qualche modo coinciso con l’intensificazione delle attività di controllo e di monitoraggio da parte delle forze dell’ordine, accelerando la pista che portava a Stracquadaini.
Si ipotizza che la sua permanenza nell’hinterland, un’area caratterizzata da una complessa rete di relazioni sociali e da una certa difficoltà di accesso, fosse frutto di un’attenta pianificazione volta a eludere le ricerche.
L’arresto apre ora nuove prospettive investigative, con l’obiettivo di ricostruire il quadro completo delle dinamiche che hanno portato al tentato omicidio di Di Martino, identificando eventuali complici e chiarire il ruolo di Stracquadaini all’interno di una rete più ampia.
Le indagini continueranno a focalizzarsi sulla mappatura delle relazioni del latitante e sulla sua possibile affiliazione a organizzazioni criminali operanti nella zona, al fine di comprendere a fondo le motivazioni e le finalità di questo violento episodio che ha scosso la comunità vittoriese.