L’arresto di Gianfranco Stracquadaini, figura di spicco nel panorama criminale ragusano e inserito nella lista ministeriale dei latitanti più pericolosi, segna un capitolo significativo nella lotta alla criminalità organizzata in Sicilia.
La sua cattura, operazione congiunta tra la squadra mobile di Ragusa, lo Sco, la Sisco di Catania e il commissariato di Vittoria, è il culmine di un’intensa attività di ricerca e indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania.
L’arresto è strettamente legato a un tentato omicidio premeditato avvenuto ad aprile 2024 a Vittoria, nel Ragusano, dove Stracquadaini mirava a colpire Roberto Di Martino, ex collaboratore di giustizia precedentemente legato al clan Carbonaro Dominante.
L’agguato, eseguito con ferocia e pianificazione, rivela l’intento di eliminare figure percepite come elementi di ostacolo a una nuova strategia criminale.
Le circostanze dell’arresto e il ritrovamento di armi (due pistole semiautomatiche calibro 7,65, munizioni e una carta d’identità falsa emessa dal Comune di Comiso), insieme alla somma di 6.500 euro in contanti, delineano un quadro di latitanza accuratamente pianificata e sostenuta da risorse significative.
La documentazione falsa suggerisce una volontà di eludere le indagini e mantenere un profilo basso, testimoniando l’abilità di Stracquadaini nell’operare al di fuori delle normali dinamiche di controllo.
Le accuse a suo carico – associazione mafiosa, tentato omicidio aggravato in concorso e porto illegale di armi – sono gravissime e si inseriscono in un contesto più ampio di riorganizzazione delle dinamiche criminali nel Ragusano.
Secondo la DDA di Catania, l’azione di Stracquadaini non è un episodio isolato, ma parte integrante di un progetto volto a ricostituire una nuova struttura criminale, riconducibile all’associazione di tipo mafioso denominata Stidda.
L’omicidio tentato di Di Martino, in questo contesto, assume un significato strategico: non solo un atto di rivalsa verso un ex collaboratore, ma un messaggio chiaro alla comunità locale e alle altre organizzazioni criminali presenti sul territorio.
L’obiettivo primario di Stracquadaini, a quanto pare, era quello di eliminare tutti gli ex collaboratori di giustizia collegati al clan Carbonaro Dominante, considerati un impedimento alla conquista del controllo delle attività illecite e del predominio nella provincia di Ragusa.
Questo tentativo di “ripulitura” del panorama criminale ragusano riflette una volontà di imporre una nuova leadership e di riaffermare il potere della Stidda, segnando una potenziale escalation nella guerra tra diverse fazioni criminali.
L’arresto rappresenta un passo importante, ma la ricostruzione completa del progetto criminale e l’identificazione dei complici rimangono priorità assolute.