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venerdì 7 Novembre 2025

Autosospensione Caltagirone: un gesto per tutelare l’ASP di Siracusa

In seguito all’avvio di un’indagine giudiziaria condotta dalla Procura di Palermo, che coinvolge diciotto persone tra cui spiccano figure di rilievo come Totò Cuffaro e Saverio Romano, Alessandro Maria Caltagirone, Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Siracusa, ha preso atto della situazione e ha deliberato un atto di cautela istituzionale: la propria sospensione dalle funzioni direttive.

La decisione, comunicata formalmente all’Assessorato Regionale alla Salute e al Presidente della Regione, riflette una profonda riflessione sulla salvaguardia dell’integrità e dell’operatività dell’ASP in un momento delicato.

La motivazione alla base dell’autosospensione non risiede in un riconoscimento di colpevolezza o in una confessione di irregolarità, bensì in un imperativo di garanzia del corretto svolgimento delle attività amministrative e sanitarie.
Caltagirone, nella sua comunicazione ufficiale, ribadisce la propria estraneità ai fatti che gli sono contestati e la legittimità del proprio operato durante l’esercizio delle funzioni dirigenziali.
Tuttavia, consapevole dell’impatto che un’indagine di tale portata può avere sulla percezione pubblica e sull’efficienza dell’organizzazione, ha ritenuto necessario assumere un passo indietro, in linea con principi di etica professionale e responsabilità istituzionale.
L’atto di autosospensione, come sottolineato nella missiva, è inteso come un gesto volto a tutelare il buon andamento dell’ufficio e a preservare la trasparenza e l’efficienza della pubblica amministrazione, valori fondamentali per il servizio alla collettività.

La decisione è stata assunta nel pieno rispetto della normativa regionale vigente (art.

20 della L.
R.

5/2009), che disciplina le modalità di sospensione dal ruolo e dalla retribuzione per i dirigenti pubblici.

Questo episodio solleva, inoltre, interrogativi significativi sull’interrelazione tra l’esercizio delle funzioni pubbliche, l’integrità istituzionale e la presunzione di innocenza.

La sospensione, pur essendo una misura precauzionale, evidenzia la complessità di bilanciare il diritto alla difesa con l’imperativo di preservare la fiducia dei cittadini verso le istituzioni sanitarie e l’assicurazione di un’erogazione di servizi efficiente e imparziale.

La vicenda, pertanto, si pone come un caso studio per riflettere sull’importanza di meccanismi di controllo interno, sulla necessità di rafforzare la cultura della legalità e sulla responsabilità di ogni singolo individuo chiamato a ricoprire un ruolo di leadership nel settore pubblico.

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