Un episodio emblematico, maturato nell’era digitale, ha visto la Polizia Stradale di Gela (CL) intervenire con decisione in seguito alla divulgazione di immagini compromettenti su TikTok.
Il caso, che ha portato a sanzioni pecuniarie significative, mette in luce la crescente importanza del monitoraggio online per la sicurezza stradale e la responsabilità delle aziende di autotrasporto.
La sequenza video, ampiamente condivisa sulla piattaforma social, mostrava un autista di un autocarro impegnato in sorpassi azzardati lungo la strada statale che collega Catania a Gela.
L’iniziativa degli utenti che hanno ripreso e diffuso il filmato, sebbene apparentemente ludica, si è rivelata uno strumento prezioso per le forze dell’ordine.
Grazie alla segnalazione indiretta, gli agenti hanno avviato un’indagine mirata.
L’identificazione del veicolo e, conseguentemente, della società di autotrasporti proprietaria, non ha richiesto lunghi accertamenti.
Ma l’indagine non si è fermata alle violazioni riscontrate nelle immagini.
Un controllo approfondito del dispositivo cronotachigrafo, obbligatorio per i veicoli pesanti, ha rivelato una serie di gravi irregolarità nella gestione dei tempi di guida e riposo del conducente.
Queste violazioni, codificate sia dalla normativa nazionale che da quella comunitaria, riguardano aspetti cruciali per la sicurezza, la prevenzione della fatica e la tutela della salute del personale addetto al trasporto merci.
L’elusione di questi obblighi, spesso motivata dalla pressione per rispettare scadenze e massimizzare profitti, rappresenta un rischio concreto per l’incolumità di tutti gli utenti della strada.
La sanzione amministrativa, che ha colpito sia l’autista che la società di autotrasporto, quantificata in circa 600 euro, non deve essere considerata solo come una penalizzazione economica, ma come un campanello d’allarme.
La responsabilità delle aziende di autotrasporto si estende alla supervisione del personale, alla verifica del rispetto delle normative e alla promozione di una cultura aziendale improntata alla sicurezza.
Questo caso dimostra come i social media, se da un lato possono essere terreno fertile per comportamenti irresponsabili, dall’altro possono diventare un potente alleato delle forze dell’ordine nella lotta alla criminalità stradale e nella promozione di una mobilità più sicura e sostenibile.
L’episodio invita a una riflessione più ampia sulla necessità di un controllo più rigoroso del settore dell’autotrasporto, sull’importanza della formazione continua degli autisti e sulla responsabilità collettiva per la sicurezza stradale.








