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Beppe Montana, 40 anni dalla scomparsa: un faro per la legalità in Sicilia.

Il 28 luglio 1985, la Sicilia perdeva Beppe Montana, un volto giovane e luminoso nella lotta contro l’ombra incombente di Cosa Nostra.
Commissario della Squadra Mobile di Palermo, Montana incarnava un ideale di giustizia e dedizione che oggi, a quaranta anni dalla sua tragica scomparsa, risuona con ancora maggiore eco.

Il suo nome, inciso nel tessuto della memoria collettiva siciliana, rappresenta un faro per chiunque creda nella legalità e nella possibilità di un futuro libero dalla criminalità organizzata.

Renato Schifani, Presidente della Regione Siciliana, ha commemorato l’anniversario con un sentito omaggio, sottolineando come l’eredità di Montana non si esaurisca in un ricordo malinconico, ma continui a ispirare un rinnovato impegno per la salvaguardia dei valori democratici.
Onorare la sua memoria, ha affermato, significa assumerci la responsabilità quotidiana di contrastare la cultura dell’illegalità, che affonda le sue radici nella storia e nella fragilità sociale dell’Isola.
La cerimonia, solenne e partecipata, si è tenuta sul lungomare di Porticello, a Santa Flavia, luogo simbolo della barbarie mafiosa.
La presenza del gonfalone regionale ha enfatizzato il significato istituzionale dell’evento, mentre l’assessore Scarpinato, delegato dal Presidente, ha deposto una corona d’alloro, gesto simbolico di rispetto e riconoscenza verso un uomo che sacrificò la sua giovane vita in nome della giustizia.

Ma l’eredità di Beppe Montana va oltre i protocolli e le commemorazioni ufficiali.
Essa risiede nella tenacia degli uomini e delle donne che, quotidianamente, si confrontano con la mafia, nel coraggio dei collaboratori di giustizia che rompono il silenzio, nella determinazione dei magistrati e delle forze dell’ordine che perseguono la verità.

Montana fu un pioniere in un’epoca buia, quando la mafia si ergeva a potenza incontestabile, e il suo esempio ci invita a non arrenderci di fronte alle difficoltà, a perseverare nella ricerca di un futuro più giusto e equo per la Sicilia, un futuro in cui la legalità non sia un’eccezione, ma la regola.
Il suo sacrificio, pertanto, ci impone una riflessione profonda sulle cause che hanno reso possibile la sua tragica fine, e un’azione concreta per estirpare le radici della criminalità organizzata, promuovendo una cultura della legalità che investa le giovani generazioni, affinché possano costruire un futuro di speranza e sviluppo per la nostra Isola.

Il pensiero commosso e la gratitudine dell’intera comunità siciliana si stringono alla sua famiglia, custodi di un patrimonio di valori che continua a illuminare il cammino verso un futuro migliore.

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