lunedì 8 Settembre 2025
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Boris Giuliano: Memorie, Legalità e Nuove Generazioni

L’Aula Magna dell’Università di Messina si è trasformata ieri in un crocevia di memorie e riflessioni, ospitando un convegno dedicato a Boris Giuliano, figura chiave nella lotta alla mafia siciliana.

L’evento, intitolato “Boris Giuliano: Eredità Investigativa e la Sfida della Legalità”, ha visto la partecipazione di autorità civili, militari e accademiche, culminando nell’intervento del Direttore della Direzione Centrale Anticrimine, Alessandro Giuliano, figlio del capo della Squadra Mobile assassinato nel 1978.
La rettrice Giovanna Spatari ha aperto i lavori sottolineando l’importanza di commemorare Giuliano non solo come simbolo di coraggio e dedizione, ma anche come catalizzatore di una sinergia istituzionale imprescindibile per contrastare efficacemente il crimine organizzato.

Ha evidenziato come l’iniziativa, interdisciplinare e intergenerazionale, rappresenti un ponte tra passato e futuro, coinvolgendo tre studentesse UniMe nel dibattito.
Questo approccio, ha affermato, mira a trasmettere alle nuove generazioni la consapevolezza del valore della legalità e la responsabilità di ereditare un impegno costante.

Il procuratore della Repubblica Antonio D’Amato ha precisato che il convegno nasce da una rete collaborativa tra i diversi presidi di legalità presenti nel territorio, con l’Università che funge da fulcro formativo e di riflessione critica.
Luigi Chiara, docente di Storia contemporanea, ha offerto un’analisi storica più ampia, richiamando la recente commemorazione della strage di Via D’Amelo e sottolineando come la figura di Giuliano, purtroppo, tenda a essere eclissata nelle celebrazioni ufficiali.
Chiara ha esaltato la sua lungimiranza, considerandolo un pioniere di metodi investigativi che avrebbero poi segnato l’approccio alle indagini successive alla sua tragica scomparsa.
Il giornalista Salvo Palazzolo ha ampliato lo sguardo, collegando il lavoro di Giuliano al contesto più ampio del traffico di droga tra Sicilia e Stati Uniti, un affare di proporzioni enormi che, pur risalendo al passato, conserva una rilevanza attuale a causa dei nuovi accordi che la mafia sta stringendo con le organizzazioni criminali internazionali.
Questo aspetto, spesso trascurato, evidenzia la necessità di un’analisi costante e un aggiornamento continuo delle strategie di contrasto.
Il prefetto di Messina, Cosima Di Stani, presente all’evento, ha ribadito l’importanza della collaborazione tra le diverse istituzioni e la necessità di un impegno costante per garantire la sicurezza e la legalità nel territorio.

Il convegno non si è limitato alla commemorazione, ma ha promosso un dibattito approfondito sulle nuove sfide che la lotta alla mafia si trova ad affrontare, invitando a una riflessione critica sull’evoluzione delle strategie criminali e sull’importanza di preservare la memoria di coloro che hanno sacrificato la propria vita per la legalità.

La partecipazione delle studentesse, con domande e osservazioni stimolanti, ha confermato la vitalità dell’impegno civile e la speranza di un futuro più giusto e sicuro.

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