La tragica vicenda che scuote Capizzi, nel Messinese, vede confermata la custodia cautelare in carcere per Giacomo Frasconà Filaro, suo padre Antonio e il fratello Mario, indagati per l’efferato omicidio del giovane Giuseppe Di Dio, strappato alla vita a soli sedici anni.
Il dramma, consumatosi quattro giorni fa in prossimità di un locale, ha generato un’onda di sgomento e dolore nell’intera comunità.
Il Giudice per le Indagini (GIP) di Enna, accogliendo le argomentazioni della Procura, ha accolto la richiesta di arresto, consolidando la posizione degli indagati.
Giacomo Frasconà Filaro, l’autore materiale del colpo di arma da fuoco che ha tragicamente colpito il ragazzo, si è avvalso del diritto al silenzio durante l’interrogatorio, affidandosi alla sua difesa.
Pur non rilasciando dichiarazioni formali, ha espresso una spontanea affermazione volta a scagionare il padre e il fratello, negando la loro consapevolezza o coinvolgimento nei fatti.
L’imputazione principale a suo carico è quella di omicidio aggravato, a cui si aggiunge l’accusa di tentato omicidio, in relazione alle lesioni riportate da un altro giovane presente sulla scena.
L’interrogatorio, condotto nella casa circondariale di Enna, si è svolto sotto la supervisione del sostituto procuratore Salvatore Interlandi, evidenziando l’importanza del procedimento giudiziario in corso.
Antonio e Mario Frasconà Filaro, invece, hanno fornito una versione dei fatti che tenta di delineare un quadro di buona fede, seppur con evidenti zone d’ombra.
Hanno riferito di essere stati allertati telefonicamente da un amico di Giacomo, il quale avrebbe preavvertito delle sue intenzioni.
Questa informazione, secondo la loro ricostruzione, li avrebbe spinti a tentare di dissuadere il giovane, nel timore che commettesse un errore.
Tuttavia, sostengono di non essere stati a conoscenza del fatto che Giacomo fosse armato, né delle sue reali intenzioni.
Questo elemento solleva interrogativi cruciali sulla responsabilità degli stessi Frasconà Filaro e sulla loro capacità di aver prevenuto la tragedia.
La difesa degli indagati, affidata all’avvocato Felice Lo Furno, si appresta ora a vagliare attentamente le dichiarazioni rese e a preparare una strategia difensiva che tenga conto della complessità della vicenda.
L’accusa, dal canto suo, dovrà fornire prove concrete a sostegno delle accuse formulate, tenendo presente la necessità di accertare con certezza il ruolo e la responsabilità di ciascuno degli indagati in questa drammatica vicenda, che ha portato alla perdita di una giovane vita e ha profondamente segnato l’intera comunità messinese.
Il procedimento giudiziario si preannuncia lungo e complesso, volto a fare luce sulla dinamica dei fatti e a garantire la giustizia per la vittima e la sua famiglia.
