Castellammare del Golfo, un paesaggio addolcito dalla devozione mariana, è oggi attraversata da un’onda di dissenso che si manifesta attraverso manifesti pubblici.
Immagini della Madonna del Soccorso, protettrice del borgo, si affiancano a grida di aiuto: “Liberaci da.
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” – un elenco di piaghe che affliggono la comunità.
L’iniziativa, animata dal collettivo “Muschio Ribelle”, si propone di forzare una riflessione più profonda, un’analisi lucida che vada oltre l’effimero spettacolo dei fuochi d’artificio, tradizionalmente associati alle celebrazioni patronali.
Muschio Ribelle non intende denigrare la fede, ma piuttosto esortare a un esame di coscienza collettivo, a un confronto con le realtà scomode che hanno eroso il tessuto sociale ed economico del territorio.
La riserva naturale dello Zingaro, un gioiello del Mediterraneo, è stata ripetutamente martoriata dagli incendi, ferite profonde che testimoniano un degrado ambientale inaccettabile.
L’impatto del turismo di massa, concentrato in un ristrettissimo lasso di tempo, condanna il paese a un’esistenza claudicante, relegando la popolazione locale a un ruolo marginale e alimentando l’emigrazione giovanile, privata di opportunità e di un futuro sostenibile.
Il diritto fondamentale alla casa si è trasformato in un miraggio irraggiungibile, mentre la carenza di servizi pubblici essenziali, l’assenza di una struttura ospedaliera adeguata, la precaria infrastruttura stradale e l’inquinamento ambientale contribuiscono a un senso di abbandono e precarietà diffuso.
La lentezza dei trasporti pubblici – tre ore di treno per coprire appena 45 chilometri – e l’orario limitato dei collegamenti con i centri più importanti (l’ultimo pullman per Palermo o Scopello parte alle 18:00) isolano ulteriormente la comunità.
L’inverno, un periodo che dovrebbe essere sinonimo di riflessione e rinascita culturale, si trasforma in un deserto abitativo, un vuoto di opportunità e di vitalità.
Il destino di animali abbandonati, che trovano la morte in giardini pubblici, riflette l’abbandono e la negligenza verso i cittadini stessi, vittima di istituzioni distanti e incapaci di rispondere alle loro necessità.
In un contesto segnato dalla persistenza della criminalità organizzata, l’assenza di un centro sociale ricavato da beni confiscati alla mafia rappresenta una grave omissione, un sintomo di una gestione del territorio improntata all’inerzia e alla mancanza di visione.
Muschio Ribelle lancia un appello alla resilienza, un invito a superare la rassegnazione e l’apatia.
La rinascita passa attraverso la consapevolezza critica, l’affermazione del senso civico e la mobilitazione collettiva.
È imperativo non permettere che speranze e aspirazioni vengano soffocate dall’incompetenza o dalla corruzione.
La comunità è chiamata a riappropriarsi del proprio destino, a coltivare un futuro fondato sulla giustizia sociale, sulla sostenibilità ambientale e sulla partecipazione attiva di tutti i suoi membri.
Solo così si potrà restituire dignità e prospettive a Castellammare del Golfo, liberandola dalle ombre che ne oscurano il potenziale.