Un tragico scontro per il controllo di un’area di parcheggio abusiva, nel cuore di Catania, ha avuto conseguenze fatali, spegnendo la vita di Alessandro Indurre, quarantenne originario della città.
La disputa, apparentemente banale, si è trasformata in una violenta aggressione che ha visto coinvolti due posteggiatori non autorizzati, sfociando in una spirale di violenza culminata in un omicidio.
Habtom Hailu, cittadino etiope trentasevenne, è attualmente detenuto con l’accusa di omicidio volontario aggravato, una contestazione che l’indagato ha vigorosamente negato durante l’interrogatorio.
Secondo la versione fornita da Hailu, le sue azioni sarebbero state motivate da un’azione di legittima difesa, sostenendo di essersi trovato in una situazione di pericolo imminente e di aver agito per sopravvivere all’aggressione subita.
Questa ricostruzione, cruciale per la valutazione delle responsabilità, sarà accuratamente confrontata con le riprese video delle telecamere di sorveglianza e con le testimonianze raccolte dagli agenti di polizia intervenuti.
L’analisi di questi elementi costituirà la base per stabilire la dinamica esatta dell’evento e per valutare la veridicità della difesa invocata dall’indagato.
La Procura della Repubblica, guidata dal procuratore aggiunto Fabio Scavone e dalla sostituta Martina Nunziata Bonfiglio, ha formalmente richiesto la convalida del fermo eseguito dalla polizia giudiziaria, composta dagli uomini dell’Arma dei Carabinieri e della Squadra Mobile, sollecitando al contempo l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Hailu.
L’arresto, avvenuto poche ore dopo il delitto, è stato particolarmente emblematico: l’uomo è stato sorpreso dai Carabinieri mentre tentava di ripulire il sangue dalle mani in una fontanella pubblica, un dettaglio che ha contribuito ad alimentare la gravità delle accuse.
Al fine di accertare con precisione le cause del decesso e di raccogliere ulteriori elementi utili all’indagine, è stata disposta l’autopsia sulla salma di Alessandro Indurre.
L’evento solleva, inoltre, una riflessione più ampia sulla gestione del territorio e sul fenomeno del parcheggio abusivo, spesso terreno fertile per conflitti e tensioni sociali, e che in questo caso ha avuto un esito drammatico e irreversibile.
La vicenda pone l’attenzione sulla necessità di rafforzare i controlli e di adottare misure più efficaci per contrastare l’illegalità e garantire la sicurezza dei cittadini.