L’inchiesta che coinvolge l’ex presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, e un ampio gruppo di 17 persone, tra cui l’ex ministro Saverio Romano, si infittisce, rivelando una rete intricata di presunti reati che abbraccia associazione a delinquere, turbativa d’asta, corruzione e abuso di ufficio.
Il Ros dei Carabinieri ha eseguito sequestri per un valore di circa 80.000 euro, suddivisi tra casseforti nella residenza palermitana di Cuffaro e nella sua tenuta catanese di San Michele di Ganzaria, segnale di un presunto accumulo di risorse illecite.
Il fulcro dell’indagine ruota attorno all’assegnazione illegittima di servizi di ausiliariato e reception all’azienda Dussmann Service srl, in una gara d’appalto bandita dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa (Asp).
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’aggiudicazione, che avrebbe dovuto spettare alla ditta Pfe, sarebbe stata frutto di un patto corruttivo finalizzato a favorire Dussmann e l’impresa di Sergio Mazzola, la Euroservice srl, quest’ultima apparentemente “sponsorizzata” dall’ex ministro Romano.
L’interrogatorio preventivo di Vito Fazzino, ex commissario della gara, ha assunto un’importanza cruciale, conducendo a una revisione delle accuse a suo carico.
Fazzino, in una deposizione ritenuta cruciale, avrebbe confessato di aver falsificato documenti, sostenendo però di essere stato indotto in errore da altri soggetti, una circostanza che ha portato la Procura a revocare la richiesta di arresto.
Le dichiarazioni di Giuseppa Di Mauro, presidente della commissione di gara, offrono elementi significativi sulla dinamica corruttiva.
Di Mauro ha ammesso che il rinvio dell’aggiudicazione, un elemento anomalo nel processo, era stato disposto sotto pressione di Alessandro Maria Caltagirone, all’epoca direttore generale dell’Asp.
Caltagirone, secondo l’accusa, sarebbe stato nominato in quella posizione su indicazione diretta di Romano, rafforzando l’ipotesi di un controllo occulto e sistematico dell’azienda sanitaria.
La modifica dei punteggi delle ditte partecipanti, ulteriore elemento di irregolarità, è stata confermata dalla stessa Di Mauro, offrendo un quadro di manipolazione del processo decisionale.
Ferdinando Aiello, consulente coinvolto nella mediazione tra l’impresa e l’azienda sanitaria, ha, al contrario, negato ogni coinvolgimento.
L’interrogatorio di Paolo Emilio Russo, altro componente della commissione, è stato rinviato, mentre i vertici della Dussmann, Marco Dammone e Mauro Marchese, saranno interrogati nel corso della giornata.
La gravità delle accuse porta con sé una richiesta di arresto per tutti gli indagati, ad eccezione di Fazzino, la cui sorte pende ora dalla decisione del giudice per le indagini preliminari (Gip) Carmen Salustro, che valuterà la sussistenza dei presupposti per la custodia cautelare.
L’inchiesta, dunque, continua a svelare un sistema di corruzione profondamente radicato nell’amministrazione pubblica siciliana, sollevando interrogativi cruciali sulla legalità e sulla trasparenza dei processi decisionali.







