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Crateri Silvestri: Contributo di 5€ per tutelare un patrimonio unico

La tutela di un patrimonio naturale di inestimabile valore, come i Crateri Silvestri sull’Etna, impone scelte coraggiose e talvolta impopolari.
A partire da oggi, l’accesso a questa area iconica sarà regolamentato attraverso un contributo di cinque euro, una misura resa necessaria da un crescente degrado e comportamenti irresponsabili che minacciano l’integrità del sito.
Questa decisione, annunciata da Francesco Russo Morosoli, patron della Funivia dell’Etna, non nasce da un mero atto amministrativo, ma da un profondo senso di responsabilità nei confronti del territorio e della sua fruizione sostenibile.
L’area dei Crateri Silvestri, acquisita dal gruppo imprenditoriale di Morosoli nel 1997 a seguito del fallimento della società Montenero, è di proprietà privata e non rientra in aree demaniali o sottoposte a vincoli di massima tutela.

Questo status conferisce all’impresa la responsabilità diretta della sua salvaguardia, un impegno che va ben oltre la semplice gestione turistica.

La decisione di regolamentare l’accesso non è una novità; già ad aprile era stato predisposto un presidio di sicurezza per informare operatori e accompagnatori dell’imminente cambiamento.
Le recenti reazioni sui social media, che lamentano una presunta mancanza di comunicazione, appaiono quindi infondate.

È importante sottolineare che l’accesso è gratuito per i residenti siciliani, una scelta volta a garantire la partecipazione della comunità locale nella tutela del proprio patrimonio.

La richiesta di un contributo economico, inoltre, si allinea a una prassi comune in numerosi siti naturalistici di rilevanza internazionale, dove l’ingresso a pagamento è una realtà consolidata.
L’opposizione a questa misura, ad avviso di Morosoli, sembra motivata più da interessi economici di soggetti che precedentemente beneficiavano di un modello di fruizione turistica poco trasparente e dannoso per l’ambiente.

L’impegno di Morosoli e del suo gruppo imprenditoriale va ben oltre la mera gestione del flusso turistico.

Sono stati commissionati approfonditi studi scientifici in collaborazione con l’Università di Catania, che hanno portato alla stesura di un progetto innovativo, un “Living Lab”, depositato il 27 novembre 1993 presso il Parco dell’Etna.

Questa iniziativa, unica in Italia, mira a promuovere una fruizione consapevole del territorio attraverso percorsi didattici, infrastrutture accessibili e un’offerta di servizi di qualità.

La lentezza con cui il progetto è stato preso in considerazione da parte del Parco dell’Etna è fonte di frustrazione e ritarda la realizzazione di interventi cruciali per la valorizzazione e la sostenibilità del sito.
Il contributo di cinque euro non è concepito come una tassa, ma come un sostegno economico diretto a una serie di attività essenziali: dal pagamento degli stipendi del personale che si occupa della manutenzione e della sicurezza, alla produzione di materiale informativo e divulgativo, all’acquisto di arredi urbani e, soprattutto, alla pulizia costante dell’area, ripulita ogni giorno dai rifiuti abbandonati.
Si tratta di un investimento nella conservazione di un luogo unico, un patrimonio naturale che appartiene a tutti e che è nostro dovere proteggere per le generazioni future.
L’accesso regolamentato rappresenta, in definitiva, un passo necessario per garantire la fruibilità sostenibile e la salvaguardia di questo straordinario angolo d’Etna.

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