La Piana di Gela, cuore pulsante dell’agricoltura siciliana, si trova a fronteggiare una crisi idrica cronica che ne mina la sostenibilità e la redditività.
L’infrastruttura idrica, costituita dalle dighe di Cimia, Comunelli e Disueri, si rivela, paradossalmente, una fonte di frustrazione e incertezza per le numerose aziende agricole che vi operano.
Queste opere, concepite per garantire un approvvigionamento idrico stabile e regolare, sono afflitte da una combinazione di fattori strutturali, sedimentazione e gestione inadeguata, che ne riducono drasticamente l’efficacia.
Il problema non è semplicemente la scarsità di precipitazioni, ma l’incapacità di sfruttare al meglio le risorse accumulate.
Anni di incuria, sedimentazione del fango nei bacini e malfunzionamenti strutturali hanno portato a una situazione di quasi inattività degli impianti.
L’acqua, quando disponibile, giunge in quantità insufficienti per soddisfare i bisogni delle coltivazioni, soprattutto quelle estive, particolarmente esigenti in termini di irrigazione.
Questo scenario economico impone un pesante tributo agli operatori del settore, i quali, ironicamente, continuano a versare canoni per un servizio che non ricevono.
La gravità della situazione ha spinto alcuni imprenditori a intraprendere azioni legali contro l’assessorato regionale, denunciando i danni economici causati dalla mancata erogazione idrica.
Un aspetto particolarmente critico è rappresentato dalla perdita di acqua, che spesso viene rilasciata in mare per prevenire problemi di tenuta strutturale delle dighe, una soluzione d’emergenza che aggrava ulteriormente la carenza idrica.
Le istituzioni locali, consapevoli della criticità, si sono attivate per cercare soluzioni, mantenendo contatti con la Regione e il governo nazionale.
Tuttavia, i processi decisionali e l’ottenimento dei finanziamenti necessari si rivelano complessi e laboriosi.
Un segnale incoraggiante è il ripristino, seppur parziale, dell’interconnessione tra le dighe di Cimia e Disueri, un passo avanti che tuttavia necessita di essere consolidato con la finalizzazione delle relative progettazioni.
Recentemente, un cedimento della spalla sinistra della diga di Disueri ha reso necessario un sopralluogo urgente, evidenziando la fragilità della struttura e la necessità di interventi mirati.
Nonostante la situazione di emergenza, si registra una maggiore attenzione da parte dell’assessorato regionale, che ha manifestato l’intenzione di dare priorità alla progettazione di interventi strutturali di ampio respiro, anche se questi richiederanno ingenti risorse finanziarie.
La risoluzione di questa crisi idrica rappresenta una sfida cruciale per il futuro dell’agricoltura nella Piana di Gela, un problema complesso che richiede un approccio integrato e una visione strategica a lungo termine.






