La prolungata emergenza idrica che affligge la provincia di Trapani si configura come una crisi multifattoriale, ben al di là di una semplice carenza quantitativa.
La situazione, che mette a dura prova la resilienza della comunità e l’operatività delle amministrazioni locali, è l’esito di una combinazione di fattori strutturali, gestionali e climatici, esacerbati da una cronica sottovalutazione degli interventi di manutenzione e ammodernamento delle infrastrutture idriche.
I dati provenienti dalla cabina di regia regionale tracciano un quadro allarmante, con una domanda idrica che supera di gran lunga l’offerta disponibile.
Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, sottolinea la persistente pressione sul sistema, evidenziando come il ritorno alla normalità nell’erogazione sia strettamente legato alla tenuta delle fonti di approvvigionamento e alla stabilizzazione della rete, spesso compromessa da perdite e inefficienze.
L’intervento della Protezione Civile, con il dispiegamento di autobotti nei punti più critici, testimonia la gravità della situazione e l’immediata necessità di garantire l’approvvigionamento minimo vitale per la popolazione.
L’entrata in funzione, seppur tardiva, del desalinizzatore di Trapani, con una produzione di 100 litri al secondo, e il ripristino del pozzo Staglio 3, che contribuisce con ulteriori 24 litri al secondo, rappresentano segnali positivi, ma insufficienti a risolvere un problema di portata ben più ampia.
Il completamento del collegamento tra l’acquedotto Montescuro e la condotta Bresciana, attualmente in fase di riempimento, mira a rafforzare i flussi verso Trapani e Misiliscemi.
Tuttavia, gli enti coinvolti invitano a cautela, preannunciando che l’impatto tangibile richiederà tempo e una serie di monitoraggi accurati.
La situazione nella provincia appare ancora più drammatica, con Comuni come Poggioreale e Santa Ninfa che hanno subito una drastica riduzione della portata dell’acqua, mentre in altre zone, come Partanna, l’approvvigionamento si limita all’utilizzo di autobotti, un sistema non sostenibile nel lungo periodo.
Gli amministratori locali denunciano condizioni limite, aggravate da scorte esigue e disservizi ripetuti, e segnalano come la carenza idrica stia impattando negativamente sull’agricoltura, l’economia e la qualità della vita.
Le recenti precipitazioni, che hanno portato 150.000 metri cubi d’acqua nell’invaso Garcia, rappresentano un palliativo temporaneo, insufficiente a invertire la tendenza decennale di progressivo esaurimento delle risorse idriche.
La recente revisione delle stime regionali sulle quantità residue nell’invaso Garcia, che ha ridotto la cifra da tre a solo mezzo milione di metri cubi, ha innescato un acceso dibattito politico e un’ondata di richieste di chiarimenti.
Il deputato di Italia Viva, Davide Faraone, ha annunciato un esposto alla Procura per accertare eventuali responsabilità, mentre la sindaca di Erice, Daniela Toscano, denuncia la cronica mancanza di manutenzione del Belìce Sinistro, un affluente cruciale per l’invaso.
Anche Legacoop Sicilia lancia l’allarme, parlando apertamente di un sistema idrico regionale al collasso, frutto di investimenti insufficienti e scelte strategiche discutibili.
Alcamo rappresenta un’eccezione in questo scenario desolante, grazie alle proprie sorgenti locali, seppur mantenendo una dipendenza dalle integrazioni fornite da Siciliacque.
La Regione Sicilia conferma l’impegno a completare entro tre settimane il collegamento tra la diga Arancio e la diga Garcia, un intervento che potrebbe contribuire a migliorare la situazione, ma che non risolve le cause strutturali del problema.
L’incontro imminente a Palermo tra i sindaci dei comuni interessati e il vice presidente della Regione si preannuncia cruciale per definire un piano di emergenza coordinato e per avviare un dialogo costruttivo finalizzato a individuare soluzioni durature e sostenibili.
La sfida, ora, è quella di trasformare la crisi in un’opportunità per ripensare radicalmente la gestione delle risorse idriche, promuovendo un approccio integrato e partecipativo che coinvolga tutti gli attori del territorio.








