Il Collasso di un Impero Criminale: Sentenza Storica nel Processo ‘Doppio Petto’Un verdetto di inaudita gravità, con venti condanne che sommano oltre 180 anni di reclusione, sigilla la fine di un’epoca criminale legata al clan Ieni, pilastro della cosca mafiosa Pillera-Puntina operante nel catanese. La sentenza, emessa dal giudice unico presso il tribunale di Catania, Anna Maria Cristaldi, a conclusione del rito abbreviato nell’ambito dell’inchiesta ‘Doppio petto’, rappresenta un duro colpo alla struttura di potere radicata nel tessuto socio-economico locale.Al vertice della rete criminale, si collocava il defunto Giacomo Maurizio Ieni, figura carismatica e spietata, la cui eredità è stata perpetrata dai suoi figli, Francesco e Dario Giuseppe Antonio Ieni, condannati rispettivamente a vent’anni e dodici anni e otto mesi di reclusione. L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale del Riesame e accolta nonostante le iniziali resistenze del giudice per le indagini preliminari, ha evidenziato la persistenza di un’associazione mafiosa strutturata, capace di condizionare attività economiche e intimidire intere comunità. La decisione del Riesame testimonia l’importanza di contrastare in modo rigoroso le strategie dilatorie spesso utilizzate dalla criminalità organizzata.Il processo ha visto coinvolti anche membri chiave della famiglia Ieni, tra cui la figlia Piera Liliana e la vedova, Francesca Viglianesi, condannate per estorsione. La loro partecipazione attiva nel sistema criminale sottolinea l’importanza della famiglia come nucleo portante e trasmissione di valori – in questo caso, quelli della cultura mafiosa – all’interno dell’organizzazione.Un elemento particolarmente significativo è la responsabilità civile che grava sui fratelli Ieni e sulla Viglianesi nei confronti di Angelo Di Martino, l’ex presidente di Confindustria Catania. L’imprenditore, coinvolto nell’inchiesta e costretto a dimettersi dalla sua carica, ha ammesso di aver versato somme di denaro al clan Ieni, senza denunciarne l’attività estorsiva. Questo episodio getta luce sulla fragilità del sistema economico locale, vulnerabile alle pressioni mafiose e sulla difficoltà di denunciare, per paura di ritorsioni, l’estorsione. L’evento sottolinea la necessità di rafforzare la collaborazione tra istituzioni e imprese, promuovendo una cultura della legalità e offrendo protezione a chi decide di ribellarsi al pizzo.L’operazione ‘Doppio petto’, orchestrata dalla squadra mobile della Questura, ha portato a una vasta gamma di accuse, che vanno dalla detenzione e porto illegale di armi, all’usura, al trasferimento fraudolento di valori, fino all’associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. La complessità delle accuse, e la varietà dei reati contestati, rivelano la ramificata natura dell’organizzazione criminale e la sua capacità di infiltrarsi in diversi settori dell’economia. Il verdetto rappresenta un punto di svolta nella lotta alla criminalità organizzata catanese, un segnale forte di determinazione delle istituzioni a perseguire senza esclusione di colpi i responsabili e a proteggere la legalità. Il processo, inoltre, offre spunti di riflessione sull’evoluzione delle strategie mafiose e sulla necessità di sviluppare strumenti di contrasto sempre più efficaci, in grado di rispondere alle nuove sfide poste dalla criminalità organizzata.
Crollo Clan Ieni: Sentenza Storica a Catania
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