La quarta e conclusiva missione del 2025 del Centro di Cardiochirurgia Pediatrica del Mediterraneo (CCPM) di Taormina, guidato dal direttore Sasha Agati, ha lasciato un’impronta significativa nel contesto del progetto “Cuori Ribelli” in Camerun. Un intervento umanitario di portata globale, sostenuto dalla onlus Una Voce per Padre Pio, presieduta da Enzo Palumbo, e con il supporto logistico dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina, ha permesso di fornire assistenza cruciale a 38 bambini affetti da cardiopatie congenite al General Hospital di Yaoundé, portando il totale degli interventi eseguiti nel corso dell’anno a 106.
Il progetto “Cuori Ribelli” trascende la semplice esecuzione di interventi chirurgici; rappresenta un ponte di competenze e risorse, volto a rafforzare la capacità assistenziale locale.
L’équipe italiana ha operato in stretta collaborazione con i colleghi camerunensi, non solo condividendo tecniche e conoscenze, ma anche promuovendo un vero e proprio trasferimento di abilità.
Un traguardo particolarmente emozionante è stato l’attivazione di una seconda sala operatoria interamente gestita dal personale locale, con un supporto tecnico minimo da parte del team italiano.
Questa autonomia operativa dimostra un avanzamento significativo verso la sostenibilità del progetto e l’empowerment della comunità camerunese.
La celebrazione del centesimo intervento chirurgico ha coinciso con la visita della nuova ambasciatrice d’Italia in Camerun, Natalia Sanginiti, un riconoscimento del valore e dell’impatto del progetto sulle relazioni bilaterali.
Le cardiopatie trattate durante la missione hanno spaziato da difetti interatriali e interventricolari, condizioni relativamente comuni, a patologie complesse come la tetralogia di Fallot, il truncus arteriosus e la finestra aorto-polmonare.
Molti dei bambini operati presentavano condizioni avanzate, spesso non precedentemente curabili, il che sottolinea l’importanza di un intervento tempestivo e di un accesso a cure specialistiche.
La possibilità di intervenire in fase tardiva, spesso salvando vite che altrimenti sarebbero state compromesse, rappresenta un successo clinico e umanitario di inestimabile valore.
“Abbiamo riversato ogni nostra competenza e passione per restituire a questi bambini la possibilità di una vita piena e realizzata,” ha dichiarato Enzo Palumbo, evidenziando l’impegno profondo che anima l’intera onlus.
L’iniziativa non si limita a fornire un’assistenza immediata; mira a costruire un futuro in cui le comunità locali abbiano la capacità di affrontare autonomamente le sfide mediche.
L’équipe italiana, composta dai cardiochirurghi Sasha Agati e Veronica Laudani, affiancata dalla collega camerunense Carol Ngo Yon, dai perfusionisti Danilo Zuccaro e Samuele Puglisi, dalla cardiologa Rita Calaciura, dalla neonatologa Valeria Manzo, dagli strumentisti Angelo Sanzone e Alice Vailati, dagli infermieri Luciana Nania, Maria Gaspari e Giuseppe Trischitta, ha dimostrato un’eccezionale coesione e professionalità.
La collaborazione interpersonale e l’integrazione di competenze diversificate hanno contribuito in modo determinante al successo della missione.
Il futuro del progetto “Cuori Ribelli” si prospetta ricco di nuove opportunità, con una replica prevista in Benin, ampliando ulteriormente la portata dell’iniziativa e offrendo speranza a un numero ancora maggiore di bambini in difficoltà.
L’obiettivo è creare un modello replicabile, che possa essere adattato a contesti diversi, contribuendo a ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure mediche a livello globale.







