Il pensiero di Carlo Alberto Dalla Chiesa rappresenta un faro imprescindibile, un patrimonio di valori che trascende le immediate esigenze di contrasto alla criminalità organizzata.
Più che un mero metodo operativo, si configura come una filosofia dell’agire, un approccio radicale alla giustizia sociale e alla difesa dei diritti fondamentali.
Come sottolineato dal Ministro Piantedosi nel commemorativo dell’eccidio palermitano, l’eredità del generale e della sua famiglia, insieme all’agente Russo, non si esaurisce nell’applicazione pragmatica di tecniche investigative, ma si radica in una visione profonda di un mondo più equo e libero.
Il contributo di Dalla Chiesa va compreso nel contesto storico-politico degli anni Settanta, un’epoca segnata da profonde tensioni sociali, terrorismo e una diffusa percezione di ingiustizia.
La sua esperienza in Sardegna, in particolare, lo aveva messo a confronto con le radici profonde della criminalità, non come fenomeno isolato, ma come sintomo di disuguaglianze strutturali e di un sistema che favoriva l’illegalità.
La sua battaglia non fu mai una semplice repressione, ma un tentativo di comprendere le cause, di agire sulle dinamiche sociali che alimentavano il crimine.
L’impegno del generale, e della sua sposa Emanuela Setti Carraro, figura di grande coraggio e dedizione, si tradusse in una ricerca incessante di verità e giustizia, un’analisi lucida dei meccanismi del potere e una profonda empatia verso le vittime.
Il suo approccio si distingueva per la capacità di superare le barriere tra le diverse forze dello Stato, promuovendo la collaborazione e la condivisione di informazioni, elementi cruciali per contrastare efficacemente la criminalità radicata.
L’eccidio di Palermo, tragico epilogo di un impegno totale, non solo privò l’Italia di figure di straordinaria intelligenza e coraggio, ma rappresenta anche un monito costante.
Ci ricorda che la lotta per la legalità non è mai scontata, che richiede un impegno continuo e coraggioso, spesso a costo di enormi sacrifici.
Oggi, a distanza di decenni, il metodo Dalla Chiesa non è un protocollo da seguire pedissequamente, ma un invito a recuperare i valori fondamentali che lo hanno ispirato: l’integrità, la giustizia sociale, la collaborazione tra le istituzioni e, soprattutto, la difesa dei diritti dei più deboli.
È un invito a non dimenticare che la vera legalità nasce dalla giustizia e che la lotta contro la criminalità organizzata non può prescindere da una profonda riforma sociale ed economica.
La memoria di Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo deve continuare a ispirare azioni concrete a favore di una società più giusta e libera, un mondo dove la legalità sia non solo un obbligo, ma un diritto garantito a tutti.






