Un’opera di portata storica per la Sicilia si appresta a risolvere una delle emergenze più urgenti dell’isola: la carenza idrica.
Il nuovo impianto di dissalazione di Gela, frutto di un’iniziativa congiunta del governo nazionale e regionale, è in fase di ultimazione e raggiungerà la piena operatività entro un intervallo di tempo notevolmente ridotto, stimato tra dieci e trenta giorni.
La presentazione ufficiale, avvenuta nell’area industriale Eni di Gela durante un sopralluogo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli e del commissario per le emergenze idriche Nicola Dell’Acqua, ha evidenziato l’accelerazione dei tempi di realizzazione.
L’intervento, coordinato dalla società Acciona, ha richiesto circa cento giorni di lavoro, un tempo eccezionalmente breve se comparato ai tradizionali tempi di costruzione di impianti simili, che si attestano comunemente tra i sei e gli otto mesi.
Questa rapidità è il risultato di un approccio sinergico, che ha visto una convergenza di risorse, competenze e volontà politica.
L’impianto, con una capacità iniziale di 96 litri al secondo, destinata a raddoppiare a 192 litri al secondo nel medio termine, rappresenta un tassello fondamentale di una strategia più ampia, volta a garantire l’approvvigionamento idrico a un territorio storicamente gravato da siccità e scarsità di risorse.
Il sottosegretario Morelli ha sottolineato l’impegno del governo a contrastare la “sete” che ha afflitto a lungo la popolazione siciliana, evidenziando la responsabilità condivisa con le istituzioni regionali.
L’iniziativa, sostenuta da un investimento pubblico di 100 milioni di euro, in gran parte provenienti dal Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027, si inserisce in un piano pluriennale che prevede l’installazione di impianti di dissalazione anche nei comuni di Trapani e Porto Empedocle.
A quest’ultimo è previsto, inoltre, la costruzione di un impianto fisso, ampliando ulteriormente la capacità di produzione di acqua potabile.
La realizzazione dell’impianto di Gela non è solo un intervento tecnico, ma un simbolo di una nuova era per la gestione delle risorse idriche in Sicilia, caratterizzata da una maggiore efficienza, resilienza e attenzione alle esigenze della collettività.
La collaborazione istituzionale, che ha visto il coinvolgimento attivo di figure chiave come il vicepremier Salvini e il senatore Germanà, unitamente al supporto operativo di Siciliacque, testimonia un cambio di paradigma nella governance del territorio, orientato alla ricerca di soluzioni concrete e sostenibili per il futuro.
L’obiettivo è trasformare una sfida complessa in un’opportunità di sviluppo, promuovendo un modello di gestione idrica più equo e attento all’ambiente.