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Estorsioni, droga e risse: indagine choc a Santa Croce Camerina

A Santa Croce Camerina, un’indagine complessa e articolata, orchestrata dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Ragusa e dalla locale Stazione, ha messo in luce un intricato intreccio di accuse che coinvolge due nuclei familiari, uno di nazionalità italiana e l’altro di origine tunisina.

Al centro della vicenda, una spirale di estorsioni, spaccio di sostanze stupefacenti e risse aggravate, maturata nel periodo compreso tra dicembre strettamente antecedente e marzo corrente, e generata da una questione finanziaria legata all’acquisto di droga.
La vicenda prende avvio da una denuncia presentata da una famiglia tunisina, vittima di reiterate minacce e aggressioni perpetrate da un gruppo di Santa Croce Camerina.
Le accuse riguardano un tentativo di estorsione, focalizzato sulla pretesa di recuperare un debito di valore economico considerevole, stimato in diverse migliaia di euro.

La Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Francesco Puleio, ha ricostruito una dinamica caratterizzata da continue interazioni conflittuali, aggravate dall’utilizzo di piattaforme social per l’invio di minacce volte a sollecitare il pagamento del debito.
La escalation di intimidazioni ha progressivamente esacerbato la tensione tra le famiglie, culminando in due episodi di risse aggravate verificatisi a distanza ravvicinata, proprio a marzo.

L’indagine ha portato all’applicazione di misure cautelari, tra cui arresti domiciliari per un giovane di 20 anni, accusato di spaccio di sostanze stupefacenti, tentata estorsione e rissa aggravata, e per un cittadino tunisino di 25 anni, indagato per lesioni personali aggravate, partecipazione alle risse e porto di oggetti atti ad offendere.

Ulteriori provvedimenti di obbligo di firma e obbligo di dimora sono stati disposti nei confronti di altri soggetti coinvolti nel tentativo di estorsione, tra cui un uomo di 53 anni e un altro di 28 anni, identificati come padre e fratello del cittadino tunisino precedentemente arrestato.
Un quinto individuo, di 59 anni e anch’egli padre del cittadino arrestato, è stato sottoposto all’obbligo di dimora.

Nel corso dell’attività di polizia giudiziaria, sono state eseguite perquisizioni presso diverse abitazioni, portando alla denuncia di ulteriori tre persone, coinvolte a vario titolo nelle risse e nelle aggressioni.
La complessità dell’indagine testimonia la gravità delle accuse e l’impegno delle forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità organizzata e alle attività illecite che affliggono la comunità locale, mettendo in luce come la gestione di debiti, apparentemente banali, possa sfociare in dinamiche violente e intricate.

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