L’Etna, gigante silente e maestro di dinamiche telluriche, offre oggi uno spettacolo complesso e suggestivo, reso visibile grazie a un miglioramento delle condizioni meteorologiche che dissolvono le precedenti nubi.
L’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha rilevato un’intensa fase eruttiva, caratterizzata da una sequenza di esplosioni vigorose originate dal cratere Nord-Est.
Queste esplosioni, di notevole impatto, hanno proiettato frammenti di materiale piroclastico di grosse dimensioni, distribuendoli su un’area vasta che si estende ben oltre il perimetro del vulcano.
L’attività eruttiva si manifesta ora, in maniera intermittente, attraverso esplosioni di tipo stromboliano, alcune delle quali di notevole intensità, sempre concentrate nel cratere Nord-Est.
Parallelamente, un’area specifica situata sul fianco superiore del cratere Voragine – una ‘bocca’ vulcanica – sta generando una fontana di lava che raggiunge altezze considerevoli, stimabili in diverse decine di metri, in un continuo e dinamico spettacolo.
La colata lavica, originata da una frattura nella base orientale del cratere Voragine, persiste nell’essere alimentata, con un flusso ininterrotto.
L’analisi delle immagini satellitari indica che la colata ha già percorso circa 1,8 chilometri, muovendosi in direzione est, verso l’arida e vasta distesa della Valle del Bove, un’area geologicamente significativa e di profonda incisione.
Il monitoraggio sismico rivela variazioni significative nell’intensità del tremore vulcanico, un parametro cruciale per comprendere l’evoluzione dell’eruzione.
Dopo una rapida diminuzione precedentemente segnalata, l’ampiezza del tremore si è stabilizzata su livelli elevati fino alle ore 19:45.
Successivamente, si è osservato un nuovo e improvviso aumento di intensità, protrattosi fino alle 20:15 circa, per poi regredire verso valori analoghi a quelli iniziali.
Queste fluttuazioni testimoniano la natura intrinsecamente variabile e complessa dell’attività vulcanica, suggerendo una ricca dinamica di pressione all’interno del sistema magmatico.
La persistenza di valori elevati, nonostante le diminuzioni temporanee, indica una significativa quantità di magma in movimento.
L’eruzione dell’Etna, dunque, continua a evolvere, offrendo un’opportunità unica per osservare da vicino i processi geologici che modellano il nostro pianeta.
Il monitoraggio costante e l’analisi dei dati raccolti consentono di comprendere meglio i meccanismi alla base di questo fenomeno straordinario e di valutare i potenziali rischi per le comunità circostanti.






