L’Etna, sentinella di fuoco nel cuore della Sicilia, manifesta una fase eruttiva in evoluzione, caratterizzata da un’intensificazione significativa delle esplosioni di tipo stromboliano originate dal cratere di Sud-Est. Queste manifestazioni, ora di notevole forza e frequenza quasi ininterrotta, sono accompagnate da una ricaduta di materiale piroclastico, in forma di cenere sottile, che ha interessato l’area di Piano Vetore, evidenziando la capacità del vulcano di influenzare l’ambiente circostante.L’energia rilasciata alimenta un piccolo ma persistente trabocco lavico, che si sviluppa lungo il bordo meridionale del cratere di Sud-Est, evolvendo poi in una colata lavica di entità modesta, ma con una direzione ben definita verso la Valle del Bove, un’ampia depressione vulcanica che rappresenta una via di deflusso naturale per le colate effusive. Questo movimento del magma, seppur contenuto, testimonia la dinamica interna complessa che anima il vulcano.Le simulazioni previsionali, elaborate sulla base dei dati raccolti dalla rete di monitoraggio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), osservatorio etneo di Catania, suggeriscono una dispersione della colonna eruttiva in direzione Ovest-Sud-Ovest. Questa indicazione è cruciale per la gestione del rischio vulcanico, permettendo di prevedere la potenziale impatto dell’attività eruttiva su aree abitate e infrastrutture.Dal punto di vista sismico, i parametri relativi al tremore vulcaniano, indicatore diretto dell’attività magmatica in superficie, presentano valori elevati e in crescita. La localizzazione del centroide delle sorgenti sismiche, che rappresenta il fulcro dell’attività tremore, è precisamente identificata nell’area del cratere di Sud-Est, ad un’altitudine di circa 2.800 metri sul livello del mare. Questo dato suggerisce una concentrazione dell’attività magmatica a profondità relativamente superficiali, aumentando la probabilità di ulteriori manifestazioni eruttive.L’INGV-OE di Catania, in risposta all’intensificazione dell’attività, ha aggiornato il Volcano Observatory Notice for Aviation (VONA), elevando il livello di allerta al colore rosso, il più alto nel sistema di classificazione. Questa decisione, necessaria per informare le autorità aeronautiche e le compagnie aeree, sottolinea la potenziale pericolosità dell’attività vulcanica per il traffico aereo. Fortunatamente, al momento, l’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania non risulta compromessa, anche se la situazione rimane costantemente sotto stretta osservazione, data la rapida evoluzione dei fenomeni vulcanici. L’Etna, con la sua potenza e la sua imprevedibilità, continua a rappresentare una sfida complessa per la scienza e per la comunità scientifica, richiedendo un monitoraggio continuo e una gestione attenta del rischio.
Etna: Intensificata l’eruzione, allerta rossa e cenere sulla Sicilia
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