martedì 9 Settembre 2025
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Etna: Triplice attività e rischio vulcanico in Sicilia

L’Etna, gigante vulcanico che domina la Sicilia, manifesta attualmente un quadro di attività complessa e dinamica.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), attraverso l’osservatorio Etneo, monitora costantemente un sistema di effusione caratterizzato dalla presenza simultanea di tre diverse bocche.
La più recente, formatasi sul versante meridionale del cratere di Sud-Est, si colloca a un’altitudine di circa 3200 metri.

La sua apertura segna un’evoluzione significativa dell’attività eruttiva, generando un flusso lavico che si estende in direzione sud-ovest.
Questo flusso, indicatore tangibile della forza interna del vulcano, testimonia la continua risalita di magma dal sottosuolo.
Parallelamente, persistono le emissioni di lava dalle due bocche preesistenti, situate rispettivamente a circa 3100 e 2980 metri di quota.

La loro attività, seppur continua, appare stabilizzata rispetto alle recenti variazioni osservate sulla bocca più alta.
La persistenza di queste aperture dimostra una continua pressione magmatica e un sistema di fratture ben definito all’interno del vulcano.

L’attività stromboliana, tipica eruzione esplosiva caratterizzata da esplosioni intermittenti di gas e proiezioni di lapilli, continua a manifestarsi al cratere di Sud-Est.
Questa dinamica è associata all’espulsione di cenere vulcanica, materiale finissimo composto da frammenti di roccia e vetro vulcanico, che si disperde rapidamente in atmosfera, influenzando la qualità dell’aria nella regione circostante.

La dispersione dei materiali piroclastici è favorita dai venti prevalenti e rappresenta un elemento cruciale per la valutazione dei rischi vulcanici.

Il monitoraggio costante dell’INGV, attraverso una rete di sensori sismici, GPS e telecamere a infrarossi, permette di acquisire dati essenziali per comprendere l’evoluzione dell’eruzione e di fornire tempestive informazioni alla popolazione e alle autorità competenti.
L’interpretazione dei dati raccolti consente di distinguere tra fenomeni superficiali e processi più profondi, permettendo una gestione più efficace del rischio vulcanico e contribuendo a migliorare la conoscenza del comportamento di questo vulcano attivo, un punto focale per la ricerca scientifica nel campo della vulcanologia.

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