La visita del generale di brigata Ubaldo Del Monaco, Comandante della Legione Carabinieri Sicilia, alla Stazione di Palermo – Uditore, un tempo quartier generale di Totò Riina, trascende la routine istituzionale per assumere una risonanza simbolica di inestimabile valore.
La scelta deliberata di inaugurare così il suo tour dei presidi territoriali non è un mero atto formale, bensì una dichiarazione di intenti, un ponte gettato tra un passato gravido di oscurità e un presente orientato alla legalità.
L’Uditore, luogo che per anni ha incarnato l’oppressione e il dominio incontestato della mafia, oggi si erge a baluardo di speranza, un faro che illumina il cammino verso un futuro più giusto.
La presenza del generale in questo contesto storico non è solo un omaggio al coraggio e alla perseveranza dei carabinieri, protagonisti indiscussi nella lotta contro la criminalità organizzata fin dai suoi albori, ma anche un riconoscimento del loro ruolo cruciale nel tessuto sociale siciliano.
L’emozione palpabile del generale, espresso durante la visita, testimonia la consapevolezza del peso storico di quel luogo e l’importanza del ruolo dei carabinieri come sentinelle della legalità, pilastri di sicurezza per le comunità che servono.
Il suo apprezzamento per l’impegno e i successi dei militari non è una generica lode, ma un invito a perseguire con rigore e dedizione l’eccellenza professionale, consapevole che l’integrità del singolo carabinier e del corpo intero rappresenta un esempio imprescindibile per l’intera collettività.
La visita si configura, quindi, come un momento di riflessione, un’occasione per rinsaldare il legame tra istituzione e cittadinanza, riaffermando il valore della legalità come fondamento imprescindibile per lo sviluppo sociale ed economico della Sicilia.
Non si tratta solo di ricordare un passato di contrasto, ma di costruire un futuro in cui i valori di onore, coraggio e dedizione al servizio pubblico siano contagiosi, ispirando le nuove generazioni a difendere con orgoglio i principi di giustizia e libertà.
L’eredità di chi ha combattuto, e continua a combattere, la criminalità organizzata, si perpetua così, non solo attraverso i libri di storia, ma attraverso l’azione quotidiana dei carabinieri, custodi silenziosi della sicurezza e della speranza.