lunedì 8 Settembre 2025
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Palermo

Giorgio Giuliano: quarant’anni dopo, un sacrificio per la legalità.

Quaranta sei anni.

Un arco di tempo che, pur nella sua apparente brevità, racchiude un’eredità di dolore, di impegno e di memoria.

Il 21 luglio 1979, il bar Lux di Palermo divenne teatro di una delle pagine più oscure della storia italiana, il luogo in cui il vice questore Giorgio Boris Giuliano, figura simbolo della lotta alla mafia, fu brutalmente assassinato.
Sette colpi di pistola, sparati alle sue spalle mentre si concedeva una pausa caffè, suggellano la fine di una vita dedicata alla verità e alla giustizia.

Giuliano non era un semplice poliziotto.

Era un uomo profondamente radicato nel tessuto sociale palermitano, un investigatore acuto e determinato, capace di tracciare fili invisibili e di svelare le intricate dinamiche del potere mafioso.
Le sue indagini, mirate a smantellare i traffici di eroina che affluivano attraverso lo scalo di Punta Raisi e a ricostruire le reti finanziarie che sostenevano l’organizzazione criminale, lo avevano reso un ostacolo insormontabile per Leoluca Bagarella, il boss mafioso che ne ordinò l’omicidio.

Le indagini di Giuliano avevano intrapreso un percorso che rischiava di squarciare il velo di segretezza che proteggeva le attività illecite dell’organizzazione.

La sua determinazione e la sua capacità di collegare eventi apparentemente distanti avevano messo a rischio il potere di chi viveva nell’ombra.
L’avvertimento anonimo ricevuto dalla questura, un presagio sinistro che anticipava il tragico epilogo, testimonia la consapevolezza del pericolo che incombeva sul vice questore.
La comunità delle forze dell’ordine di Palermo, guidata dal questore Maurizio Calvino e affiancata dal prefetto Massimo Mariani, ha onorato la memoria di Giuliano con una cerimonia solenne, deporre una corona d’alloro nei pressi del bar Lux, luogo simbolo del suo sacrificio.

La successiva celebrazione religiosa, officiata dal cappellano della polizia di Stato, don Massimiliano Purpura, nella cappella della caserma Lungaro, ha offerto un momento di riflessione e di preghiera per un uomo che ha dedicato la sua vita alla difesa della legalità.
Il ricordo di Giorgio Boris Giuliano non è solo un omaggio al suo coraggio e al suo impegno, ma anche un monito a non dimenticare le radici profonde della mafia e a continuare a combattere per un futuro in cui la giustizia prevalga sulla criminalità.

La sua figura rimane un faro per le nuove generazioni di uomini e donne delle forze dell’ordine, un esempio di dedizione al dovere e di coraggio di fronte al pericolo.
La sua storia, ancora oggi, ci spinge a interrogarci sul significato della legalità e sulla responsabilità di ciascuno nel contrastare il fenomeno mafioso.

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