venerdì 3 Ottobre 2025
17 C
Palermo

Giovanetta: Ritorna alla luce una statua fenicia da Mozia

Lunedì prossimo, alle ore 10, il Museo Whitaker di Mozia (Trapani) offrirà al pubblico la prima presentazione ufficiale di un significativo ritrovamento archeologico: una scultura in marmo, provvisoriamente denominata “Giovanetta”.

L’opera, databile all’inizio del V secolo a.
C.
e attualmente incompleta nella sua parte superiore, incarna una figura femminile in movimento, un esempio di “peplophoros”, una tipologia iconografica ricorrente nell’arte greca antica.
La scoperta, avvenuta nell’ambito dell’area K, un sito di eccezionale rilevanza per comprendere l’organizzazione produttiva dell’antichità – considerata una delle più grandi officine di produzione ceramica del Mediterraneo occidentale – è frutto di un’iniziativa complessa che testimonia l’importanza della collaborazione istituzionale.
L’Assessorato Regionale ai Beni Culturali, la Soprintendenza di Trapani (che ha curato le autorizzazioni e la vigilanza scientifica), la Fondazione Whitaker (responsabile della custodia e valorizzazione culturale di Mozia) e l’Università di Palermo (con la sua pluriennale attività di scavo e ricerca) hanno unito le proprie competenze e risorse in un progetto di grande valore.

L’Università, in particolare, ha fornito un supporto scientifico essenziale, grazie alla continuità delle sue indagini archeologiche, che hanno permesso di contestualizzare il ritrovamento all’interno di un quadro storico e produttivo più ampio.

“Questo ritrovamento,” ha dichiarato l’Assessore ai Beni Culturali e Identità Siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, “rappresenta un ulteriore passo nel nostro impegno costante alla salvaguardia e promozione del ricchissimo patrimonio storico-archeologico siciliano.

Intendiamo offrire alla comunità scientifica e al grande pubblico un tassello prezioso che contribuisca a illuminare le nostre radici e la nostra identità.

” L’obiettivo primario è restituire “Giovanetta” al pubblico in un ambiente museale all’avanguardia, che garantisca la massima tutela, sicurezza e fruibilità.

L’esposizione definitiva dell’opera, infatti, si prefigge di ampliare la comprensione della vita civile, artigianale e culturale di Mozia, una città fenicia di importanza strategica e fulcro di intensi rapporti commerciali e culturali tra la Sicilia e il mondo greco.

Ogni ritrovamento, in questo senso, si configura come un filo che ricuce la trama complessa dell’identità siciliana, ricostruendo un passato millenario.
La statua sarà inizialmente esposta nella sala del plastico del museo Whitaker, in attesa di essere integrata nelle sale dedicate al Ceramico, il cuore pulsante dell’attività produttiva mozesia.

Prima dell’allestimento definitivo, l’opera sarà sottoposta a un rigoroso processo di restauro e documentazione scientifica completa, indispensabile per la creazione di un apparato didascalico aggiornato e approfondito.

Questo passaggio non è solo cruciale per la conservazione fisica della scultura, ma anche per la sua valorizzazione pubblica, contribuendo a rendere il patrimonio archeologico di Mozia sempre più accessibile e comprensibile.

L’iniziativa testimonia, inoltre, l’importanza di un approccio multidisciplinare, che integri le competenze dei restauratori, degli archeologi, degli storici dell’arte e dei comunicatori, al fine di costruire un racconto avvincente e scientificamente accurato del passato.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -