Il Tribunale di Milano, sezione lavoro, ha emesso una sentenza di significativa importanza, confermando e ampliando un precedente provvedimento cautelare a carico di Foodinho srl, la società che gestisce il servizio di delivery Glovo, in merito alla tutela dei rider esposti alle ondate di calore.
Questa decisione rappresenta un punto di svolta nel dibattito sulla responsabilità datoriale in contesti lavorativi caratterizzati da rischi ambientali crescenti, e sottolinea l’importanza di un approccio proattivo e personalizzato alla sicurezza sul lavoro.
Il provvedimento, motivato da un ricorso presentato dal rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale del comparto commercio di Palermo e Trapani, Riccardo Vittorio Marotta, unitamente all’avvocato Carlo De Marchis, sottolinea una lacuna nella gestione dei rischi ambientali da parte dell’azienda.
Il Tribunale, competente per la localizzazione della sede legale di Glovo a Milano, ha ritenuto necessario un intervento immediato per proteggere la salute e l’incolumità dei lavoratori.
La sentenza impone a Foodinho srl di avviare un dialogo costruttivo con il rappresentante dei lavoratori della sicurezza di Palermo e Trapani, al fine di implementare misure di prevenzione personalizzate.
Questo confronto dovrà tenere conto di variabili demografiche e contrattuali cruciali: età, genere, condizione di maternità o gravidanza, provenienza geografica e tipologia di contratto di lavoro.
Si tratta di un riconoscimento implicito della disomogeneità della vulnerabilità dei lavoratori di fronte agli stress termici.
Una strategia di mitigazione efficace non può prescindere da una comprensione approfondita di queste differenze individuali.
La decisione impone, inoltre, un’integrazione sostanziale del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) aziendale, con la creazione di una sezione dedicata e specifica ai rischi climatici.
Questo documento non deve essere una mera elencazione di procedure, ma un’analisi dinamica e continua dei pericoli, con l’aggiornamento costante delle misure di prevenzione.
In termini di misure concrete, il Tribunale ha imposto la fornitura a ciascun rider di equipaggiamento protettivo essenziale: cappello con visiera, occhiali da sole con filtri UV, creme solari ad alta protezione, borraccia termica e sali minerali idrosolubili.
Questo non è solo un obbligo legale, ma una dimostrazione di responsabilità sociale e attenzione al benessere del personale.
Un elemento particolarmente significativo è l’introduzione di un incentivo economico per le consegne effettuate in condizioni di elevata temperatura.
L’aumento del contributo, da 32 a 30 centesimi di euro per ogni consegna con temperature pari o superiori ai 25 gradi, riconosce il disagio e lo sforzo aggiuntivo richiesto ai rider, e fornisce una forma di compensazione per l’esposizione al calore.
Questa misura, pur essendo un segnale positivo, solleva anche interrogativi più ampi sulla sostenibilità del modello di business del delivery e sulla necessità di ripensare le condizioni di lavoro per evitare di scaricare i rischi sulla salute dei lavoratori.
La sentenza del Tribunale di Milano segna un precedente importante e invita altre aziende del settore a riflettere sulle proprie responsabilità in materia di sicurezza e salute sul lavoro, in un contesto globale caratterizzato da eventi climatici estremi sempre più frequenti e intensi.
Il caso Glovo dimostra che l’inazione non è un’opzione praticabile, e che la tutela dei lavoratori deve essere una priorità assoluta.