Il drammatico ritrovamento di un grifone euroasiatico ( *Gyps fulvus*), immobile e visibilmente sofferente in contrada Volpara, vicino Marsala, ha mobilitato le forze dell’ordine e le associazioni ambientaliste, ponendo l’attenzione su una problematica complessa e preoccupante per la conservazione di questa specie iconica del nostro patrimonio naturale.
La segnalazione, giunta da un gruppo di osservatori volontari del WWF, ha innescato l’intervento tempestivo dei carabinieri forestali del distaccamento di Trapani, operanti nel contesto del Centro Antincendio Natura, evidenziando la cruciale sinergia tra istituzioni e volontariato per la salvaguardia della biodiversità.
La constatazione dei militari ha rivelato uno stato di grave debilitazione dell’esemplare, con evidenti segni di sofferenza che, secondo le prime ipotesi formulate dall’Arma, suggeriscono un avvelenamento.
Questa tragica evenienza solleva interrogativi urgenti sulle cause di decesso di molti esemplari di avvoltoio, spesso legati all’ingestione accidentale di esche contaminate, utilizzate illegalmente per eliminare la fauna selvatica considerata dannosa per l’attività venatoria o per l’agricoltura.
Il rapido trasferimento del grifone, supportato dalla competenza e dall’esperienza dei volontari del WWF, presso il Centro di Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza, in provincia di Palermo, è stato determinante per garantire all’animale le cure immediate e specialistiche necessarie.
Il personale medico veterinario del centro, con le proprie conoscenze e strumentazioni, ha avviato una serie di accertamenti diagnostici per stabilire la precisa natura dell’intossicazione e programmare un piano terapeutico mirato.
L’obiettivo primario rimane quello di ripristinare le condizioni fisiche dell’animale, consentendogli, una volta guarito e rinforzato, di ritornare nel suo habitat naturale, contribuendo così alla vitalità della popolazione.
Il grifone euroasiatico rappresenta un tassello fondamentale per l’equilibrio ecologico degli ecosistemi in cui vive.
In quanto spazzino della natura, svolge un ruolo essenziale nella rimozione di carcasse e resti organici, prevenendo la diffusione di malattie e riducendo il rischio di contaminazione ambientale.
Nonostante la sua imponente apertura alare, che può superare i due metri e mezzo, questa specie ha subito un drammatico declino nel corso degli ultimi decenni, raggiungendo in Italia una condizione di rischio estintivo.
Il suo ritorno, seppur fragile, in Sicilia, Sardegna e Appennini è il risultato di complessi e articolati programmi di reintroduzione e conservazione, che richiedono un impegno costante e coordinato a livello istituzionale, scientifico e sociale.
La vicenda del grifone ritrovato a Marsala, pertanto, si configura come un campanello d’allarme, richiamando l’attenzione sulla necessità di intensificare gli sforzi per contrastare il bracconaggio, promuovere pratiche agricole sostenibili e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza cruciale di tutelare questa specie, simbolo di un’Italia selvaggia e incontaminata.







