Dopo secoli di silenzio abissale, emerge dalla profondità il *Bayesian*, un relitto che racchiude in sé un capitolo dimenticato della storia marittima. Il veliero, scoperto di recente, è stato estratto dalle sue tenebre grazie a un’operazione di recupero di ineguibile complessità, orchestrata dal consorzio di imprese guidato dalla società londinese TMC Marine. L’impresa, tecnicamente ed emotivamente impegnativa, testimonia l’evoluzione delle capacità ingegneristiche applicate all’archeologia subacquea.La complessa operazione di sollevamento è stata resa possibile dall’impiego della Hebo Lift 10, una gru semovente di proporzioni titaniche, la cui potenza e precisione sono state fondamentali per garantire la salvezza dello scafo. L’utilizzo di una gru di queste dimensioni non è una scelta casuale; il *Bayesian*, affondato presumibilmente secoli fa, si era ormai integrato con il fondale marino, erodendosi e ricoprendosi di sedimenti. La Hebo Lift 10 ha dovuto superare la sfida della profondità, della corrente e della fragilità del relitto, applicando tecniche di sollevamento calibrate per minimizzare ulteriori danni.La rotta attuale dello scafo, trainato dalla Hebo Lift, è diretta al porto di Termini Imerese, in Sicilia. Questa scelta logistica non è casuale: la posizione strategica del porto, la sua infrastruttura portuale e la disponibilità di competenze specialistiche lo rendono ideale per le successive fasi di restauro e analisi. L’arrivo della nave gru sarà accompagnato dalla Capitaneria di Porto, garantendo la sicurezza della traversata e coordinando le operazioni di sbarco.Il recupero del *Bayesian* rappresenta molto più che un semplice atto di salvataggio di un manufatto storico. Si tratta di un’opportunità unica per ricostruire frammenti di un passato perduto, per comprendere meglio le tecniche di costruzione navale dell’epoca, per studiare le rotte commerciali e le dinamiche sociali che caratterizzavano il Mediterraneo secoli fa. Lo scafo, una volta restaurato, potrebbe rivelare dettagli inestimabili su carichi trasportati, equipaggio, eventuali tracce di vita quotidiana, offrendo uno spaccato vivido di un’epoca che, altrimenti, rimarrebbe confinata nell’ombra.La scoperta e il recupero del *Bayesian* sollevano anche importanti questioni di conservazione del patrimonio culturale sommerso e di gestione delle risorse marine. L’operazione dimostra l’importanza di investire in tecnologie avanzate e in personale qualificato per proteggere e valorizzare i siti archeologici sottomarini, custodi di storie che meritano di essere raccontate. La speranza è che il *Bayesian*, una volta riportato alla luce, possa diventare un simbolo di questo impegno, un ponte tra passato e futuro, un invito a proteggere e a comprendere il nostro patrimonio culturale sommerso.
Il *Bayesian* risorge: un veliero dimenticato dal fondo del mare.
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