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mercoledì 5 Novembre 2025

Inchiesta Appalti in Sicilia: Arresti e Politici al Centro

Un’indagine giudiziaria di ampio respiro, incentrata su presunte irregolarità nella gestione degli appalti pubblici in Sicilia, ha portato la Procura di Palermo a formulare una richiesta di misure cautelari, in particolare arresti domiciliari, nei confronti di diciotto individui.
Tra i destinatari, figure di spicco nel panorama politico regionale e nazionale, tra cui l’ex presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, e il parlamentare Saverio Romano, eletto nelle file di Noi Moderati.

La notifica degli inviti a comparire davanti al giudice per le indagini preliminari (GIP) è stata eseguita dai Carabinieri del Ros, che hanno agito in seguito a un’attività investigativa complessa e articolata.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, getta luce su una presunta organizzazione criminale dedita a manipolare gare d’appalto, alterando il regolare svolgimento delle procedure e privilegiando specifiche aziende a discapito della trasparenza e della concorrenza leale.
Le accuse contestate spaziano dall’associazione a delinquere alla turbativa d’asta, passando per reati di corruzione.
La decisione finale in merito alle misure cautelari, compresa l’eventuale richiesta di autorizzazione parlamentare per procedere nei confronti del parlamentare Romano, è riservata al GIP, in seguito all’interrogatorio degli indagati.

La vicenda riapre un capitolo delicato per la politica siciliana e nazionale, visto il coinvolgimento di figure che hanno ricoperto incarichi di rilevanza.

Salvatore Cuffaro, attualmente presidente nazionale della Nuova DC, è già gravato da una precedente condanna definitiva a sette anni di reclusione per favoreggiamento alla mafia, pena che ha scontato in parte, usufruendo delle disposizioni di indulto e di liberazione anticipata.

La sua figura, già segnata da questo precedente giudiziario, rende l’inchiesta attuale particolarmente significativa nel contesto di un’analisi delle dinamiche di potere e dei rapporti tra politica e criminalità organizzata.
Saverio Romano, peraltro, era già stato coinvolto in un’indagine simile, venendo assolto nel 2012 a causa dell’insufficienza di prove.

La riemersione della sua figura in questo nuovo procedimento solleva interrogativi sulla persistenza di elementi a suo carico e sulla capacità della Procura a raccogliere prove concrete.

L’inchiesta nel suo complesso rappresenta un’occasione per scrutinare il sistema degli appalti pubblici in Sicilia, individuando possibili falle e vulnerabilità che hanno permesso a presunte organizzazioni criminali di infiltrarsi nel tessuto amministrativo e condizionare decisioni cruciali per lo sviluppo economico e sociale dell’isola.

La vicenda, in definitiva, pone l’accento sulla necessità di rafforzare i controlli, promuovere la trasparenza e garantire l’effettivo rispetto della legalità in tutti gli ambiti della pubblica amministrazione.

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