La figura dell’infettivologo sta assumendo un ruolo sempre più centrale e proattivo nella sanità pubblica, un cambiamento significativo rispetto al passato, quando la sua presenza era relegata a un ambito più specialistico. L’attenzione si concentra ora sull’ottimizzazione dell’appropriatezza prescrittiva, con una particolare enfasi sulla gestione responsabile degli antibiotici, cruciale per contrastare la crescente emergenza della resistenza antimicrobica. Questa responsabilità si estende alla collaborazione con il medico di famiglia, fulcro dell’assistenza primaria e punto di contatto essenziale con il paziente.Come sottolinea Chiara Iaria, Direttrice dell’Unità Operativa Complessa Malattie Infettive e Tropicali dell’Arnas Civico di Palermo, il convegno “Malattie infettive: prevenzione e contrasto”, recentemente tenutosi all’Assemblea Regionale Siciliana, ha rappresentato un’occasione per favorire un dialogo costruttivo tra specialisti e istituzioni. L’obiettivo primario è quello di rafforzare la rete infettivologica nazionale e regionale, ponendo la prevenzione al centro delle strategie di intervento.L’evoluzione del ruolo dell’infettivologo non si limita alla gestione delle patologie già manifestate, ma si estende alla fase preventiva, incoraggiando l’adozione di nuove terapie e approcci, come ad esempio le strategie di pre-esposizione per la prevenzione dell’infezione da HIV (PrEP). Questa integrazione richiede una presenza capillare dell’infettivologo all’interno delle strutture ospedaliere, superando la tradizionale compartimentazione specialistica.Giacomo Scalzo, dirigente generale del Dipartimento Sanità e Igiene Pubblica (Dasoe), evidenzia l’urgenza di potenziare ulteriormente la rete di prevenzione, un impegno che si traduce in un accordo in atto con i medici di famiglia, chiamati a sensibilizzare attivamente i pazienti. Anche i farmacisti sono coinvolti in questo sforzo, contribuendo a promuovere una maggiore consapevolezza e aderenza alle misure preventive.Tuttavia, il successo di queste iniziative dipende anche dalla partecipazione attiva dei cittadini. Nonostante gli sforzi compiuti, si riscontrano criticità preoccupanti in termini di adesione agli screening oncologici, in particolare per quanto riguarda i tumori al seno e del colon-retto. La carenza di risposte da parte della popolazione, come dimostrato dai dati allarmanti dell’ASP di Trapani, che registra una copertura inferiore al 4% per lo screening del colon-retto, ben al di sotto della soglia minima prevista del 25%, solleva interrogativi sulla necessità di ripensare le strategie di comunicazione e sensibilizzazione.In definitiva, il futuro della lotta alle malattie infettive e alla loro prevenzione passa attraverso un approccio integrato e multidisciplinare, che coinvolga infettivologi, medici di famiglia, farmacisti, istituzioni e, soprattutto, una cittadinanza consapevole e proattiva. La sfida è trasformare la prevenzione da un’opzione a una priorità condivisa.
Infettivologi in Prima Linea: Nuovo Ruolo e Prevenzione Condivisa
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