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Jago vs Meta: David scolpito sfida l’algoritmo censore

La sfida all’omologazione algoritmica di Meta trova una risposta tangibile e potente: la scultura “David” di Jago si ritrae dal virtuale per manifestarsi fisicamente, conquistando lo spazio del Teatro Antico di Taormina il 3 settembre, nell’ambito della mostra personale “Gesti scolpiti”.
L’annuncio, veicolato attraverso i canali social, ha innescato nuovamente la reazione del sistema di moderazione di Meta, noto per le sue restrizioni sull’esposizione di immagini raffiguranti il nudo, giudicate, a quanto pare, in contrasto con le sue linee guida.
Nonostante i tentativi di Jago di contestare il ban, basandosi sull’apparente flessibilità delle policy di Meta che in passato avevano consentito la pubblicazione di opere d’arte considerate “esplicite”, la piattaforma ha mantenuto la sua posizione.

Questa vicenda solleva interrogativi cruciali sul ruolo dei social media come custodi del patrimonio artistico e sulla loro capacità di discernere tra contenuto meramente provocatorio e espressione artistica di inestimabile valore.

La mostra, promossa da Aditus e Civita Sicilia in collaborazione con Bam, offrirà al pubblico un’esperienza immersiva che va oltre la semplice contemplazione della “David” – l’unica scultura in bronzo realizzata dall’artista.
Un videoracconto documenterà il suggestivo viaggio della scultura a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, offrendo una prospettiva globale sul suo impatto emotivo e culturale.

L’esposizione, accessibile gratuitamente fino al 3 maggio 2026, sarà un’occasione per riflettere sulla delicata questione della censura digitale e sulla difficoltà per l’intelligenza artificiale di interpretare la complessità e la bellezza intrinseca alle opere iperrealistiche di Jago.

La sua arte, caratterizzata da una meticolosa attenzione ai dettagli anatomici e da una tecnica impeccabile, rappresenta una sfida diretta alla capacità di comprensione degli algoritmi, che spesso si rivelano incapaci di apprezzare il valore estetico e il significato profondo delle forme artistiche.
Accompagnando la maestosa “David”, il pubblico potrà ammirare altre tre opere significative: “Impronta Animale”, un’indagine sulla relazione tra uomo e natura; “Memoria”, una riflessione sulla fragilità del ricordo; e “Prigione”, una metafora sulla condizione umana e le sue limitazioni.
Insieme, queste opere offrono un panorama completo della ricerca artistica di Jago, un artista che si pone come voce critica nei confronti di un mondo sempre più mediato e controllato, un artista che sceglie la tangibilità della scultura per riaffermare il primato dell’esperienza umana e la potenza dell’arte come strumento di conoscenza e liberazione.

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