Un’oasi di speranza si apre a Lampedusa e Linosa: l’avvio del Servizio Oncologico Decentrato (SOD) rappresenta un punto di svolta per l’accesso alle cure e un potente simbolo di come la resilienza e la collaborazione possano abbattere le barriere geografiche e socio-assistenziali.
Fino ad oggi, i pazienti oncologici dell’isola si sono trovati di fronte alla dolorosa necessità di affrontare terapie complesse lontano dalla propria comunità, sopportando non solo il peso fisico della malattia, ma anche l’angoscia emotiva della lontananza dai propri affetti e dal proprio ambiente.
Questo nuovo servizio, presentato presso il Poliambulatorio di contrada Grecale, promette di trasformare radicalmente questa realtà.
L’iniziativa è il risultato di una sinergia virtuosa, un esempio tangibile di come istituzioni diverse – l’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo (Asp), il Policlinico Paolo Giaccone, il Comune di Lampedusa e Linosa, e l’Assessorato Regionale alla Salute – possano convergere verso un obiettivo comune: garantire pari opportunità di accesso alle cure per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro posizione geografica.
Il SOD non è semplicemente un ambulatorio; è un ecosistema di cura che si nutre di competenze specialistiche, tecnologie avanzate e un profondo senso di responsabilità sociale.
Entro la fine dell’anno, il servizio permetterà ai pazienti di ricevere cicli di chemioterapia direttamente a Lampedusa, grazie alla presenza programmata di personale medico specializzato e alla stretta collaborazione con il Policlinico di Palermo, centro di riferimento per la preparazione dei farmaci chemioterapici, garantendo così la massima sicurezza e qualità dei trattamenti.
Questo modello innovativo non si limita a fornire un servizio sanitario; mira a costruire un rapporto di fiducia e continuità assistenziale, cruciale per il benessere psicologico e fisico dei pazienti.
L’Assessore Regionale alla Salute, Daniela Faraoni, ha sottolineato come l’iniziativa incarni un principio fondamentale: la cura della persona non può essere compromessa dalle distanze e dalle difficoltà logistiche.
Questo progetto testimonia come l’impegno congiunto e la visione strategica siano gli strumenti per superare ostacoli apparentemente insormontabili e creare un sistema sanitario più equo e accessibile.
Antonino Levita, Direttore Sanitario dell’Asp di Palermo, ha descritto il SOD come un modello replicabile di sanità integrata e solidale, capace di ispirare altre iniziative simili in territori marginali e isolati.
La sua visione va oltre l’immediato beneficio per i pazienti lampedusani, promuovendo una cultura di collaborazione e innovazione che possa trasformare l’intero sistema sanitario regionale.
Il Policlinico Paolo Giaccone di Palermo, attraverso la sua competenza clinica e il supporto tecnico, si pone come fulcro di questo progetto, fornendo personale qualificato e garantendo la preparazione dei farmaci con i più elevati standard di sicurezza.
Alberto Firenze, Direttore Sanitario dell’azienda ospedaliera universitaria, ha evidenziato come questa iniziativa nasca dalla volontà di ridurre le disuguaglianze territoriali in sanità, un obiettivo cruciale per una società giusta e inclusiva.
L’esperienza acquisita con l’Asp di Palermo aprirà la strada a un’estensione del modello ad altre isole o territori difficilmente raggiungibili, contribuendo a creare un sistema sanitario più resiliente e capace di rispondere alle esigenze specifiche di ogni comunità.
La sfida è ambiziosa: non solo fornire cure, ma costruire ponti tra territori, abbattendo le barriere che separano l’accesso alla salute e alimentando un futuro di speranza e benessere per tutti.







