Oggi, in questa via che porta il nome di un uomo caduto per la giustizia, ci ritroviamo non solo per onorare la memoria di Paolo Borsellino e dei suoi valorosi agenti, ma soprattutto per riaffermare un impegno imprescindibile: la lotta incessante contro le radici profonde e la persistente manifestazione della mafia.
Non si tratta di un’ombra del passato, un relitto di un’epoca violenta, ma di una realtà palpabile, che si manifesta con forme subdole e insidiose, come gli attentati incendiari che devastano territori e le ingiustizie che si perpetrano dietro la facciata di attività apparentemente legali.
L’esempio del Pd calabrese, che si è avvicinato alle comunità colpite da tali aggressioni, sottolinea l’urgenza di un approccio proattivo, che non si limiti alla reazione, ma che anticipi le minacce.
La mafia non si rivela solo attraverso la violenza eclatante; la sua forza risiede nella capacità di infiltrarsi silenziosamente nell’economia, nel tessuto politico e sociale, erodendo la fiducia e alimentando la corruzione.
La vigilanza non deve quindi essere appannaggio esclusivo dei corpi di sicurezza e della magistratura, sebbene il loro lavoro sia fondamentale e meriti il nostro pieno supporto.
È necessario un cambiamento di mentalità, un’attenta analisi dei flussi finanziari, un controllo rigoroso degli appalti e, soprattutto, un’educazione civica diffusa che promuova i valori della legalità e della trasparenza.
L’investimento in progetti di sviluppo economico e sociale, sebbene auspicabile, non deve ingannare.
Al contrario, è proprio in questi momenti di apparente prosperità che la mafia cerca di consolidare la sua influenza, offrendo soluzioni rapide e apparentemente vantaggiose, ma che in realtà celano trame oscure e sfruttamento.
La prevenzione, pertanto, non può essere relegata a un compito secondario.
Deve essere il pilastro di una strategia complessiva che coinvolga la scuola, la famiglia, le istituzioni e l’intera comunità.
L’educazione alla legalità deve permeare ogni aspetto della vita sociale, incoraggiando il pensiero critico, la responsabilità individuale e la capacità di riconoscere e denunciare le anomalie.
Contrastare la mafia significa anche affrontare le cause profonde che ne favoriscono la proliferazione: l’ingiustizia sociale, la disoccupazione, la mancanza di opportunità.
Significa creare un sistema economico più equo e inclusivo, in cui la meritocrazia prevalga sulla corruzione e in cui ogni cittadino possa sentirsi parte integrante di una società giusta e prospera.
Solo così potremo onorare veramente la memoria di Paolo Borsellino e dei suoi agenti, trasformando il ricordo in azione concreta e duratura.