La manovra quater siciliana, un testo di 54 articoli concepito per affrontare le pressanti esigenze finanziarie della Regione, si scontra con una profonda frattura politica che mette a dura prova la tenuta della maggioranza di centrodestra guidata da Renato Schifani.
L’iniziativa governativa, originariamente proposta con una riduzione significativa, uno stralcio di 20 articoli, si è arenata in Aula, dove le votazioni, articolo per articolo, rivelano un quadro di instabilità e di disallineamento.
L’opposizione, composta principalmente da Pd e Movimento 5 Stelle, ha giocato un ruolo cruciale, presentando emendamenti soppressivi e approfittando di un voto segreto che ha visto l’inaspettato sostegno di una quota di “franchi tiratori”, elementi politici indipendenti o scontenti all’interno della maggioranza stessa.
Il risultato è stato un susseguirsi di sconfitte per il governo, come ampiamente evidenziato dall’esclamazione, sfuggita inavvertitamente al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), Gaetano Galvagno, che si è interrogato, con amarezza, sul significato di un simile “massacro” politico.
Tra le disposizioni bocciate, spicca il Fondo per l’editoria, oggetto di un emendamento soppressivo presentato dal Movimento 5 Stelle e sostenuto da un ampio gruppo di franchi tiratori, a testimonianza di un crescente dissenso verso le politiche governative in materia di comunicazione e informazione.
Nonostante il tentativo di Schifani di presentare una versione ridotta della manovra, cedendo di fatto la responsabilità del voto all’Aula, le opposizioni hanno insistito nella revisione dettagliata di ogni articolo.
Questa scelta, sebbene apparentemente conciliante, ha esacerbato le tensioni interne alla maggioranza, rendendo evidente la difficoltà di trovare un terreno comune su questioni chiave.
L’oscillazione del numero di franchi tiratori, compreso tra i 15 e i 17 per ogni norma contrastata, rivela una situazione politica fluida e imprevedibile, in cui il peso di ogni singolo voto può determinare l’esito delle votazioni.
La fragilità della maggioranza si riflette nella difficoltà di garantire un consenso stabile e duraturo.
Tuttavia, non tutto è negativo.
In alcuni ambiti specifici, come l’erogazione di fondi destinati ai lavoratori dei consorzi di bonifica, il sostegno all’Azienda Siciliana Trasporti e lo sviluppo dei Mercati Agroalimentari della Sicilia, si è registrata un’inattesa convergenza tra maggioranza e opposizione, con l’approvazione all’unanimità e il ritiro di emendamenti che avrebbero potuto compromettere l’attuazione di queste importanti iniziative.
Questa dimostra, seppur in misura limitata, la possibilità di trovare un dialogo costruttivo su questioni di interesse comune.
Il protrarsi di queste dinamiche politiche solleva interrogativi sulla capacità del governo Schifani di gestire la complessità della situazione finanziaria siciliana e di garantire la stabilità politica necessaria per affrontare le sfide future.
Il dibattito in corso all’ARS rappresenta un banco di prova cruciale per la tenuta della maggioranza e per la capacità di trovare soluzioni condivise a fronte delle pressanti esigenze del territorio.