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venerdì 24 Ottobre 2025

Mattarella, nuova svolta: arrestato ex Prefetto, riemerge il guanto nascosto.

L’inchiesta sull’omicidio di Piersanti Mattarella, una ferita ancora aperta nella storia della Sicilia, torna a riemergere con la notifica degli arresti domiciliari a Filippo Piritore, figura di spicco nel panorama delle istituzioni siciliane, precedentemente Prefetto e funzionario di lungo corso della Squadra Mobile di Palermo.

La decisione, comunicata dalla Procura di Palermo, suggella un’indagine complessa e dolorosa, che scava nel cuore di un depistaggio che ha gravemente compromesso le speranze di verità e giustizia.

Al centro delle accuse risiede il ruolo di Piritore nella gestione delle indagini relative al guanto, un reperto cruciale rinvenuto sulla Fiat 127 utilizzata dai responsabili dell’assassinio.
Il guanto, mai repertato né sequestrato, è diventato simbolo di un’omissione deliberata, un ostacolo sistematico posto lungo il percorso investigativo.
Le dichiarazioni fornite da Piritore in merito a questo reperto, come emerge dall’analisi dei magistrati inquirenti, si sono rivelate completamente inconsistenti, contribuendo attivamente a indirizzare le indagini su piste erronee, rendendo vani i tentativi di localizzare il guanto stesso, irrimediabilmente perduto.

La Procura di Palermo, con una formulazione grave e inequivocabile, sottolinea come l’inchiesta Mattarella sia stata oggetto di un’inquinamento profondo e devastante, orchestrato da soggetti all’interno delle istituzioni.

L’obiettivo primario di questi attori, agendo in modo concertato, è stato quello di impedire l’identificazione e la cattura dei mandanti e degli esecutori materiali del delitto.
Questa operazione di occultamento si è concretizzata nella sottrazione di un elemento probatorio di fondamentale importanza, un atto che ha portato alla dispersione definitiva delle tracce, frustrando le indagini e negando alla famiglia Mattarella e all’intera comunità siciliana il diritto alla verità.
L’arresto di Piritore rappresenta un tassello di una ricostruzione processuale complessa, che mira a svelare le dinamiche interne a un sistema che, in un momento storico cruciale, ha tentato di insabbiare un omicidio di rilevanza nazionale.

L’indagine non si limita a ricostruire i fatti relativi al guanto, ma indaga a fondo nel tessuto delle relazioni istituzionali dell’epoca, alla ricerca di responsabilità che potrebbero estendersi ben oltre la figura di Piritore, sollevando interrogativi inquietanti sul ruolo e sulla condotta di personalità di spicco coinvolte nella gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico in Sicilia.
Il caso Mattarella rimane quindi un monito, un invito a vigilare sulla trasparenza delle istituzioni e sulla tutela dei principi fondamentali dello stato di diritto.

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