Quarantaquattro anni e la ricerca della verità nel caso Piersanti Mattarella si riaccende, alimentata da una nuova, amara consapevolezza: la persistenza di depistaggi che, pur sussurrati per decenni, ora emergono con una nuova, inquietante chiarezza.
L’arresto di Filippo Piritore, figura di spicco nel panorama della pubblica sicurezza – ex funzionario della squadra mobile, poi prefetto – rappresenta una pietra miliare, un momento di svolta che apre un capitolo precedentemente sigillato da ombre e silenzi.
L’amarezza che permea questo scenario non è solo legata alla dilatazione temporale della vicenda, ma soprattutto alla constatazione di come un sistema, per ragioni ancora da disvelare compiutamente, abbia cercato di occultare la verità.
L’arresto di Piritore, pur essendo un passo avanti, solleva interrogativi profondi: chi sono gli altri complici? Quali dinamiche hanno favorito questo intricato intreccio di omissioni e manipolazioni?Salvatore Butera, già consigliere economico e amico stretto di Piersanti Mattarella, interviene sulla questione, confermando la sua ferma convinzione nella presenza di forze oscure dietro l’omicidio.
La “pista nera”, per Butera, resta la più plausibile, un sentiero tortuoso che conduce a una rete di interessi, di poteri occulti che hanno voluto soffocare la voce di un politico impegnato in un profondo processo di rinnovamento per la Sicilia.
L’omicidio di Piersanti Mattarella non fu solo una tragedia personale per la famiglia Mattarella, ma una ferita profonda per l’intera comunità siciliana e nazionale.
La sua figura, simbolo di legalità e di speranza in un futuro migliore, fu brutalmente interrotta da una violenza incomprensibile.
La ricerca della verità, quindi, non è solo un dovere nei confronti della memoria di Piersanti, ma un imperativo morale per l’intera società.
L’arresto di Piritore, per quanto significativo, non può essere considerato la conclusione di un percorso, ma piuttosto l’inizio di una nuova, complessa fase investigativa.
È necessario che le autorità, con assoluta trasparenza e senza timori, conducano le indagini fino in fondo, ricostruendo ogni singolo tassello di questo intricato mosaico.
È necessario che la verità emerga, non solo per dare giustizia a Piersanti Mattarella, ma anche per restituire alla comunità siciliana e italiana la fiducia in un sistema giudiziario capace di operare al di sopra di ogni interesse partitico o compromesso.
Il silenzio, l’omissione e la complicità, in questo caso, rappresentano un’offesa alla memoria e un ostacolo al progresso di una società che aspira alla legalità e alla giustizia.







