La Cattedrale di Mazara del Vallo, un imponente scrigno di pietra che si erge a testimonianza secolare di fede e comunità, ha ospitato questa mattina un corteo funebre gravido di dolore e indignazione.
Il feretro di Maria Cristina Gallo, stimata docente di 56 anni, ha trovato accoglienza tra le volte gotiche, suscitando un’onda di commozione e un profondo senso di ingiustizia.
La sua scomparsa prematura, avvolta da circostanze che sollevano interrogativi urgenti sulla responsabilità e l’efficienza del sistema sanitario, ha trasformato un momento di lutto privato in un atto di memoria collettiva.
Ad onorare la sua memoria, un contrasto toccante ha animato l’atmosfera: i ragazzi del laboratorio creativo Unitalsi, giovani con disabilità che hanno avuto in Maria Cristina una guida e un punto di riferimento nel volontariato svolto nell’ultimo anno, hanno accolto il corteo con gesti semplici ma profondi, testimonianza di un legame umano intenso e significativo.
La loro presenza ha incarnato il messaggio di inclusione e solidarietà che la professoressa ha sempre promosso con dedizione.
Tra le prime file, il dolore si leggeva nei volti di Giorgio Tranchida, il marito, e dei due figli, testimoni di una perdita irreparabile.
La madre, Rosa Maria Mauro, e i fratelli Santi e Brigida, hanno condiviso il dolore con la comunità, mostrando una dignità commovente.
La partecipazione del sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, e di quello di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione, ha sottolineato il peso della perdita non solo per le rispettive amministrazioni, ma per l’intera area geografica che Maria Cristina ha abitato e arricchito con la sua opera.
Il lutto cittadino si è acceso in seguito alla denuncia da parte della docente, la cui vicenda ha messo in luce ritardi inaccettabili nella consegna di un esame istologico cruciale, un evento che ha contribuito a complicare una situazione già delicata.
La vicenda, ora al centro di indagini, ha scatenato un acceso dibattito sull’importanza di garantire tempestività e trasparenza nelle procedure sanitarie, a tutela della salute e della vita dei cittadini.
La Cattedrale, oggi, non è stato solo un luogo di preghiera, ma un palcoscenico di denuncia, un monito per le istituzioni e un invito alla riflessione sulla necessità di un sistema sanitario più efficiente, umano e responsabile, in grado di onorare la memoria di Maria Cristina Gallo non con parole, ma con azioni concrete.
Il suo esempio rimarrà un faro, illuminando il cammino verso un futuro in cui la cura della persona sia prioritaria e inviolabile.






