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Menopausa in Sicilia: Silenzi, Dati Mancanti e Urgenza di Cura

La transizione menopausale, un capitolo imprescindibile dell’esistenza femminile, rimane un’area di rilevante ombra informativa in Sicilia, con una cronica carenza di dati aggiornati sull’utilizzo della terapia ormonale sostitutiva (TOS) e sulle reali esigenze delle donne che la vivono.
Questa lacuna epistemologica, purtroppo, compromette la capacità del sistema sanitario di rispondere adeguatamente a un fabbisogno crescente e spesso inespreso.

L’associazione MenopauseBoost, guidata dalla divulgatrice Michela Taccola, sottolinea con urgenza la necessità di un’indagine territoriale sistematica e approfondita, capace di superare le diffuse resistenze culturali e il silenzio che ancora circonda questo momento cruciale della vita femminile.

Non si tratta solo di quantificare l’utilizzo della TOS, ma di comprendere i vissuti, le preoccupazioni e le aspettative delle donne che affrontano la menopausa, al fine di definire percorsi di supporto personalizzati ed efficaci.

I dati nazionali, forniti dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Fondazione Onda, dipingono un quadro allarmante: solo una minoranza di donne (5-7%) ricorre alla TOS, nonostante i potenziali benefici per la gestione dei sintomi e il mantenimento della qualità di vita.

Ancora più problematico è il divario tra la domanda e l’offerta: chi sceglie di intraprendere il percorso terapeutico si scontra spesso con la difficoltà di trovare professionisti adeguatamente formati e disponibili.
Maria Concetta Pandolfo, ginecologa endocrinologa, denuncia apertamente una situazione “preoccupante”, frutto di una combinazione di disinformazione generalizzata, formazione specialistica insufficiente e un’inerzia culturale che frena l’adozione di approcci terapeutici innovativi.

Il “gap” tra le aspettative di benessere delle donne in menopausa e le competenze offerte dal sistema sanitario siciliano è ormai evidente e richiede un intervento deciso.

La formazione dei medici, in particolare dei ginecologi, rappresenta un punto cruciale.
È necessario superare le “vecchie concezioni” e abbracciare un approccio centrato sulla medicina di genere, che tenga conto delle specificità biologiche e sociali della donna in transizione menopausale.

La TOS, come ogni terapia, non può essere considerata una soluzione standardizzata; deve essere personalizzata, “pensata su misura”, come un abito sartoriale, per rispondere alle esigenze individuali di ciascuna donna, considerando la sua storia clinica, il suo stile di vita e le sue preferenze.
L’aumento del numero di specialisti in endocrinologia ginecologica è altrettanto fondamentale per colmare questa carenza di competenze.

In definitiva, la lotta contro il tabù della menopausa e l’ottimizzazione dell’assistenza sanitaria per le donne in questa fase cruciale della vita richiedono un impegno congiunto di istituzioni, professionisti sanitari e società civile.

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