Il piccolo comune di Milena, incastrato nel tessuto rurale della provincia di Caltanissetta, si trova al centro di un’aspra polemica legata alla gestione di un contributo economico di 190.000 euro, derivante da una recente modifica legislativa relativa alle mance.
Una quota consistente, pari a 160.000 euro, è stata destinata a finanziare la partecipazione di nove rappresentanti del tessuto imprenditoriale locale alla fiera Gastronoma di Valencia, in Spagna.
L’iniziativa, presentata come voluta promozione dei prodotti tipici siciliani, ha scatenato un acceso dibattito, sollevando interrogativi sulla trasparenza e sull’efficacia della spesa pubblica.
Alfonso Cipolla, commercialista e figura di spicco del gruppo civico “Per Milena – Percorsi di Cittadinanza”, ha espresso forti riserve sulla legittimità della decisione, preannunciando un esposto alla Corte dei Conti.
Le sue critiche si concentrano sulla determinazione 101 del 22 agosto, che affida in via esclusiva, per un importo di 147.000 euro, la progettazione e l’allestimento dello stand fieristico a una società spagnola, Iberian Trade Fairs SL, mentre ulteriori 16.000 euro sono stati destinati alla Pro Loco per la copertura delle spese di viaggio e alloggio.
L’amarezza di Cipolla emerge dalla constatazione dell’apparente illogicità dell’iniziativa: “Stanno cercando di vendere il ghiaccio agli eschimesi”, sottolinea, evidenziando come la Spagna sia un produttore leader mondiale di olio d’oliva e un importante fornitore europeo di ceci, prodotti tipici della dieta mediterranea.
La denuncia si estende alla mancanza di criteri trasparenti nella selezione degli imprenditori coinvolti e alla scelta di una società straniera, alimentando sospetti di favoritismi e gestione opaca.
Il sindaco Claudio Cipolla, pur non contestando la spesa complessiva, difende l’iniziativa, sostenendo che i costi per il trasporto e l’alloggio di una delegazione imprenditoriale sono intrinsecamente elevati e che le critiche mosse a Milena appaiono strumentali, in contrasto con la spesa ben superiore sostenuta dal comune limitrofo di Serradifalco.
Il sindaco scarica la responsabilità sulla Regione Siciliana, ente erogatore dei finanziamenti, e ribadisce che le decisioni relative alla scelta della società spagnola e alla selezione degli imprenditori sono state prese nel rispetto delle procedure previste.
L’episodio solleva interrogativi più ampi sulla gestione delle risorse pubbliche e sulla necessità di una maggiore trasparenza nei processi decisionali, soprattutto in contesti caratterizzati da risorse limitate.
La polemica, intrecciata a dinamiche locali e accuse reciproche, rischia di oscurare l’obiettivo primario: la promozione efficace del patrimonio agroalimentare siciliano.
L’utilizzo dei restanti 30.000 euro, destinati a finanziare la sagra della ‘mbriulata e la partecipazione al Palio di Asti, sottolinea un quadro di spese pubbliche frammentate e talvolta percepito come disorganico, alimentando ulteriormente il dibattito sulla priorità degli interventi a sostegno del territorio.
La vicenda di Milena si configura, dunque, come un campanello d’allarme sulla necessità di una revisione critica delle politiche di promozione territoriale e di una maggiore accountability dei decisori politici.