A un mese dalla tragica perdita di Andrea Miceli, Massimo Pirozzo e Salvo Turdo, la comunità di Monreale si è ritrovata a commemorare i tre giovani strappati alla vita in un atto di violenza inaudita. Il 27 aprile 2025, una serata che avrebbe dovuto celebrare la vitalità della città si è trasformata in un incubo di sangue, lasciando un vuoto incolmabile e un senso di profondo dolore collettivo. In segno di rispetto e come monito contro la barbarie, l’amministrazione comunale ha eretto una lapide nel luogo dell’efferato crimine, un promemoria tangibile della fragilità della vita e dell’importanza di perseguire la giustizia.Le indagini, condotte con la massima determinazione, hanno portato all’arresto di tre individui: Salvatore Calvaruso, imputato come l’esecutore materiale del decesso, Samuel Acquisto, accusato di aver fornito il veicolo utilizzato per compiere l’azione criminale – una BMW GS – e Mattias Conti, ritenuto responsabile di aver contribuito con il fuoco a creare scompiglio e amplificare la tragedia. I tre indagati sono assistiti da un team di legali composto rispettivamente dagli avvocati Corrado Sinatra, Riccardo Bellotta e Francesco Oddo, che stanno seguendo il caso con attenzione, nella tutela dei diritti dei loro assistiti.Recentemente, il tribunale di Riesame ha confermato la validità delle misure cautelari disposte nei confronti dei tre, respingendo il ricorso presentato dalla difesa di Calvaruso. Le ordinanze di custodia cautelare, redatte dal Giudice per le Indagini Preliminari, avevano già evidenziato una profonda discrasenza tra le versioni fornite dagli imputati e le testimonianze di numerosi presenti nel luogo dell’evento, oltre che con le evidenze emerse dall’analisi delle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza. La mancanza di collaborazione e la reticenza degli indagati nel fornire elementi utili alla ricostruzione dei fatti appaiono, pertanto, particolarmente significative.Nonostante gli arresti, l’inchiesta non si considera affatto conclusa. L’attenzione dei magistrati è ora rivolta all’identificazione e all’individuazione degli altri membri del gruppo originario di Zen, presumibilmente coinvolti nell’alterco che ha preceduto e ha condotto alla strage. L’obiettivo primario è svelare la rete complessa di relazioni e responsabilità che hanno contribuito a questo tragico evento. Allo stesso tempo, il team scientifico dei Carabinieri del Ris sta effettuando un’approfondita analisi della motocicletta sequestrata e di tutti gli altri oggetti rinvenuti sul posto, nella speranza di ricavare ulteriori indizi e conferme che possano aiutare a fare luce sulla dinamica dei fatti e a ricostruire con precisione la sequenza degli eventi. L’indagine si presenta come un percorso intricato, volto a garantire che tutti i responsabili di questa immane tragedia siano chiamati a rispondere delle proprie azioni dinanzi alla giustizia e che la comunità di Monreale possa, un giorno, trovare un barlume di pace e serenità.
Monreale, un anno dopo la strage: giustizia e memoria per Andrea, Massimo e Salvo.
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