La comunità legale catanese è in lutto per la scomparsa di Maria Fascetto Sivillo, ex giudice con una carriera segnata da eventi controversi e accuse di ingiustizia. La sua morte, giunta dopo una prolungata malattia, riaccende i riflettori su un caso giudiziario che ha scosso profondamente l’ordine giudiziario italiano, culminando nella sospensione della consigliera laica del CSM, Rosanna Natoli, esponente di Fratelli d’Italia. La notizia è stata confermata dal suo legale, l’avvocato Carlo Taormina, che ha espresso il suo dolore e annunciato l’intenzione di intraprendere azioni legali.Le accuse mosse dall’avvocato Taormina, a nome della famiglia Sivillo, sono di natura eccezionale e gravissime: si sostiene che la giudice sia stata vittima di una “uccisione” metaforica, perpetrata dalla stessa giustizia che avrebbe dovuto tutelarla. L’ipotesi, drammatica e complessa, è che una campagna di persecuzione e vessazioni, di natura psicologica e professionale, abbia indebolito il sistema immunitario di Maria Fascetto Sivillo, innescando un percorso oncologico che ha portato alla sua scomparsa.La vicenda si intreccia con le dinamiche interne al Consiglio Superiore della Magistratura e con accuse di comportamenti scorretti e manipolazioni all’interno del sistema giudiziario. Maria Fascetto Sivillo, infatti, era nota per aver sollevato questioni delicate e aver messo in discussione alcune pratiche consolidate, attirandosi, a quanto pare, l’ostilità di figure influenti. Il suo coraggio nel denunciare presunte irregolarità e nel difendere principi di legalità e trasparenza l’avrebbe resa bersaglio di una campagna mirata a screditarla e a isolarla, culminando in una sofferenza che, secondo l’avvocato Taormina, ha avuto conseguenze dirette sulla sua salute.Le accuse sollevano interrogativi profondi sulla responsabilità del sistema giudiziario nei confronti dei suoi operatori e sulla necessità di garantire la protezione di chi, nel proprio lavoro, si impegna a difendere la verità e la giustizia. L’affermazione che una persona possa essere “uccisa dalla giustizia” è una metafora potente che evoca l’immagine di un potere che si rivolge contro se stesso, distruggendo chi lo rappresenta e lo serve. La famiglia Sivillo, attraverso il suo legale, chiede ora che la vicenda sia ricostruita in ogni dettaglio e che vengano accertate le responsabilità di coloro che, a suo dire, hanno contribuito alla morte della giudice. La vicenda si preannuncia come un caso giudiziario di grande rilevanza, destinato a sollevare un acceso dibattito sulla morale, sull’etica e sulla giustizia nel contesto del sistema giudiziario italiano.
Morte di Maria Fascetto Sivillo: Accuse Gravi e Scontro con la Giustizia
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