martedì 14 Ottobre 2025
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Palermo

Palermo in lutto: Marcia silenziosa contro la violenza e per Paolo Taormina.

Palermo si è risvegliata con un lutto che risuona come un amplificatore del dolore collettivo, una ferita aperta che esige una risposta corale.
Una marcia silenziosa, ma assordante nel suo messaggio, ha incrociato le arterie della città, promossa da CGIL, CISL, UIL e ACLI, un fronte sindacale che si unisce a rappresentanti del mondo imprenditoriale, come Confcommercio, in un grido di allarme che scuote le fondamenta di una comunità provata.
La morte di Paolo Taormina, tragicamente consumata in un atto di violenza insensata, è diventata il simbolo di una crisi profonda, un campanello d’allarme che suona a memoria di altre vite spezzate, come quelle delle vittime di Monreale, i cui familiari hanno ritrovato in questa mobilitazione un fragile conforto e un rinnovato impegno nella battaglia per la giustizia.

La Piazza Massimo, cuore pulsante dell’evento, ha visto convergere circa mille persone, un mosaico di volti segnati dalla rabbia, dalla paura e dalla speranza.

Striscioni recanti immagini delle vittime, cartelli imbrattati di slogan contro la violenza, hanno tessuto una coltre di dissenso che ha colorato lo spazio pubblico.
La marcia, un fiume umano in lento movimento, ha tracciato il suo percorso lungo Via Cavour, diretto verso la Prefettura, epicentro delle istituzioni chiamate a rispondere a questa emergenza.

I leader sindacali, Mario Ridulfo (CGIL), Federica Badami (CISL), Ignazio Baudo (UIL Sicilia) e Francesco Todaro (ACLI Palermo), hanno lanciato un appello appassionato all’azione.

Non si tratta più di parole, ma di interventi concreti e immediati.

L’urgenza è palpabile: rafforzare l’ordine pubblico, affrontare le radici profonde del disagio sociale, garantire la sicurezza dei cittadini attraverso politiche di prevenzione e controllo mirate.

La crisi, più che un semplice accumulo di episodi isolati, è il prodotto di un vuoto: l’assenza di presidi istituzionali solidi, la mancanza di figure di riferimento positive per i giovani, la corrosione della coscienza civile, la perdita di un senso condiviso del rispetto per la vita.

Mentre il corteo si snodava per le vie della città, un altro luogo continuava ad essere teatro di silenziosi omaggi: il pub “O Scrusciu”, punto di riferimento per la famiglia Taormina.

Un flusso continuo di persone si fermava, sussurrando parole di cordoglio, lasciando fiori come fragile simbolo di partecipazione al dolore.
Quel fiore, come la marcia stessa, è un seme di speranza, un invito a coltivare un futuro in cui la violenza non trovi più terreno fertile, un futuro in cui Palermo possa tornare a essere città di accoglienza, di opportunità e di sicurezza per tutti i suoi abitanti.
Il silenzio, interrotto solo dal passo misurato dei manifestanti, parlava più di mille discorsi, invocando un cambiamento radicale e una profonda riflessione collettiva.

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