L’interrogatorio dell’assessora Elvira Amata, figura chiave nell’indagine per corruzione in corso a Palermo, si è concluso dopo circa due ore, lasciando emergere un quadro complesso e potenzialmente ramificato.
I magistrati Raffaele Fusco e Teresa De Benedittis hanno approfondito le accuse che la vedono indagata in concorso, un tassello di un’inchiesta molto più ampia che scuote il tessuto amministrativo regionale.
L’indagine, intitolata “Contributi Facilius” e che coinvolge anche Marcella Cannariato, moglie di Tommaso Dragotto, patron di Sicily By Car, si inserisce nel contesto di una più vasta operazione che mira a ricostruire il percorso di finanziamenti pubblici erosi da presunti schemi corruttivi.
Il focus principale è rappresentato dalla figura di Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) per Fratelli d’Italia, anch’egli oggetto di accuse di corruzione e finanziamenti illeciti.
Il fulcro delle accuse rivolte all’assessora Amata ruota attorno all’assegnazione di contributi regionali a una fondazione legata a Marcella Cannariato.
L’ipotesi investigativa, corroborata da elementi ritenuti rilevanti, suggerisce un patto di favori: in cambio dell’erogazione di finanziamenti pubblici, la fondazione avrebbe offerto un posto di lavoro per il nipote dell’assessora all’interno della società AeC Broker, di cui la stessa Cannariato è dirigente.
Questa dinamica, apparentemente circoscritta, si inserisce in un contesto più ampio di potenziali illeciti che potrebbero aver coinvolto diversi attori e settori, sollevando interrogativi sulla trasparenza dei processi decisionali e sulla corretta gestione delle risorse pubbliche.
L’indagine si pone l’obiettivo di ricostruire le relazioni tra gli indagati, tracciare i flussi di denaro e accertare la sussistenza di un sistema di scambio di favori volto a eludere i controlli e a ottenere vantaggi personali a danno della collettività.
La vicenda, che coinvolge figure di spicco nel panorama politico e imprenditoriale siciliano, mette in luce la fragilità dei meccanismi di controllo e la necessità di rafforzare i sistemi di prevenzione della corruzione, garantendo l’impegno per la tutela dell’interesse pubblico e il rispetto delle norme che regolano l’utilizzo delle risorse finanziarie regionali.
Le prossime mosse degli inquirenti saranno cruciali per delineare con maggiore chiarezza la portata complessiva dell’inchiesta e per individuare eventuali ulteriori responsabili.