giovedì 2 Ottobre 2025
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Palermo

Palermo: Manifestazione Pro-Pal tra Forza Armata e Dissenso

Un pesante cordone di sicurezza, composto da forze dell’ordine – polizia e carabinieri schierati in assetto antisommossa – incanala e contiene un gruppo di circa trecento attivisti pro Pal che manifestano con veemenza di fronte alla Cittadella dell’Esercito, in Piazza Politeama a Palermo.

L’evento, un’esibizione pubblica delle capacità militari, presenta un’ampia vetrina di mezzi corazzati, velivoli e stand informativi dedicati alle operazioni svolte dai militari.
La scena è complessa: da un lato, la curiosità e, in alcuni casi, l’entusiasmo del pubblico, soprattutto infantile, che può interagire con i mezzi esposti, arrivando a salire a bordo di un carro armato sotto lo sguardo dei genitori.

L’apparente innocenza di questo contatto diretto contrasta nettamente con l’aria tesa generata dalla manifestazione.

Dall’altro lato, le voci degli attivisti si levano in un coro di protesta, scandendo slogan come “Vergogna!”.

La loro presenza non è solo una contestazione diretta all’esposizione militare, ma anche una critica più ampia alle politiche di difesa, alla militarizzazione della società e, potenzialmente, alle implicazioni geopolitiche di tali iniziative.

Il “Vergogna” che ripetono non è un semplice grido, ma un’espressione di dissenso che interroga la necessità di una simile ostentazione di forza in un contesto urbano e civile.
L’esposizione militare, pensata per avvicinare le forze armate alla popolazione e promuovere un’immagine positiva del loro ruolo, si trova così a fronteggiare un’opposizione che ne mette in discussione le motivazioni e le conseguenze.
La piazza, teatro di un incontro forzato tra due mondi apparentemente distanti, diventa un microcosmo di tensioni sociali e politiche, dove la celebrazione della forza militare si scontra con la richiesta di un approccio più pacifico e orientato alla risoluzione dei conflitti.
L’evento solleva interrogativi sul ruolo dell’esercito nella società contemporanea, sulla legittimità della sua presenza in contesti urbani e sull’impatto psicologico di tali manifestazioni, soprattutto sui bambini.
La dicotomia tra l’apparente innocenza dell’interazione con i mezzi militari e la gravità del messaggio portato dalla protesta attiva, crea un’atmosfera di profonda ambivalenza.

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