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sabato 15 Novembre 2025

Romano (Noi Moderati) nega coinvolgimento nell’inchiesta palermitana

Saverio Romano, figura di spicco del movimento Noi moderati, ha negato con forza qualsiasi coinvolgimento in attività illecite, concludendo un interrogatorio preventivo di due ore dinanzi al giudice per le indagini preliminari di Palermo.

La sua posizione si inserisce nell’ambito di un’inchiesta complessa che investe figure di rilievo della politica siciliana, con particolare riferimento all’ex governatore Totò Cuffaro, indicato dagli inquirenti come il fulcro di una presunta organizzazione dedita a condizionare la vita politica e amministrativa della regione.
L’indagine, tuttora in corso, ipotizza la creazione di un “comitato d’affari” occulto, capace di manipolare appalti pubblici e alterare l’esito di concorsi, generando un danno erariale e compromettendo il principio di legalità.
Saverio Romano è accusato di aver agevolato, attraverso pressioni e condotte illecite, l’assegnazione di un subappalto relativo a una gara indetta dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa.
Tale subappalto, originariamente assegnato alla Dussmann Srl, sarebbe stato poi illegittimamente affidato alla Euroservice, società legata all’imprenditore Sergio Mazzola, figura considerata vicina all’esponente politico.

Romano ha affermato di aver fornito al giudice una versione dei fatti che, a suo dire, discosta dalle accuse mosse.

Ha espresso perplessità di fronte alle prove addotte, sottolineando la difficoltà di correlare le intercettazioni e le contestazioni con la realtà dei fatti.
L’esame ha richiesto, a suo dire, una meticolosa analisi delle trascrizioni, un vero e proprio esercizio di interpretazione delle conversazioni intercettate.

La Procura di Palermo ha formulato una richiesta di arresti domiciliari non solo nei confronti di Romano, ma anche per altre diciassette persone coinvolte nell’indagine.
La decisione finale spettra al giudice per le indagini preliminari, il quale dovrà valutare attentamente le motivazioni e le prove presentate.
Qualora la richiesta di misura cautelare dovesse essere accolta, si renderebbe necessaria l’autorizzazione parlamentare, in virtù della condizione di parlamentare di Romano.

Riguardo alle accuse specifiche di aver esercitato pressioni per favorire l’aggiudicazione del subappalto, Romano ha categoricamente negato qualsiasi condotta illecita, affermando l’inesistenza di accordi o compromessi con gli imprenditori coinvolti, ed escludendo quindi qualsiasi possibile ricaduta di tali presunti accordi.

L’inchiesta, dunque, continua a svilupparsi, sollevando interrogativi profondi sulla corruzione, il clientelismo e la trasparenza nel sistema politico e amministrativo siciliano, e mettendo a dura prova la reputazione delle figure coinvolte.

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