La tenuta stessa del sistema sanitario siciliano è appesa a un filo. La persistente inerzia, i ritardi cronici nell’attuazione di misure concrete, rischiano di compromettere irrimediabilmente l’accesso alla cura per i cittadini. La Cgil Sicilia, in sinergia con Spi e Funzione Pubblica, ha risposto con una nuova mobilitazione pubblica, manifestando apertamente la propria insofferenza per un sistema sanitario in sofferenza, che stenta a rispondere ai bisogni primari della popolazione.La richiesta non è una mera istanza di miglioramento, ma una rivendicazione urgente di un cambio di paradigma. Il modello attuale, afflitto da inefficienze strutturali, carenza di risorse umane e liste d’attesa sempre più dilatate, si è rivelato inadeguato a garantire il diritto costituzionale alla salute. L’assenza dell’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, durante la manifestazione, e il rifiuto di partecipare a incontri preliminari, denotano una distanza preoccupante tra le istituzioni e le reali esigenze dei cittadini.La mobilitazione sindacale non intende aprire un nuovo ciclo di discussioni sterili, ma sollecita risposte immediate e definitive. È necessario un piano sanitario organico e coerente, che ponga al centro la medicina territoriale, rafforzando la rete di assistenza primaria e promuovendo la prevenzione. La riorganizzazione della rete ospedaliera, con una distribuzione più equa delle risorse e una specializzazione mirata dei presidi, è un imperativo.La questione del personale sanitario è cruciale. La carenza di medici, infermieri e operatori socio-sanitari penalizza l’intero sistema, generando un circolo vizioso di stress e demotivazione. L’accelerazione della spesa relativa al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è fondamentale per innalzare gli standard qualitativi dell’assistenza sanitaria e investire in innovazione tecnologica.Il diritto alla salute non è un privilegio, ma un dovere dello Stato. La Sicilia, in particolare, necessita di un intervento coraggioso e lungimirante, che superi le logiche contabili e ideologiche per dare priorità alla tutela della salute dei suoi cittadini. La mobilitazione sindacale è un monito: il tempo delle promesse è finito, è tempo di azioni concrete e di un impegno reale da parte delle istituzioni regionali. La sfida è complessa, ma la posta in gioco è troppo alta per continuare a rimandare. Il futuro del sistema sanitario siciliano dipende dalla capacità di ascoltare la voce del territorio e di rispondere con tempestività e determinazione.
Sanità Siciliana a Rischio: Sindacati in Mobilitazione
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