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sabato 25 Ottobre 2025

Sara Campanella, laurea ad honorem: un monito contro la violenza.

In un’aula magna carica di commozione e memoria, l’Università di Messina ha celebrato la laurea “ad honorem” di Sara Campanella, giovane studentessa scomparsa tragicamente a causa della violenza di genere.
Un riconoscimento postumo, un atto di pietà e giustizia che risuona come un potente monito contro la barbarie che continua a strappare via giovani vite.

Con il punteggio di 110 e lode in Tecniche di Laboratorio Biomedico, Sara, nel suo immaginario percorso accademico, ha raggiunto un traguardo che le è stato ingiustamente negato.
La rettrice Giovanna Spatari, con voce rotta dall’emozione, ha affidato la pergamena di laurea a Maria Concetta Zaccaria, madre di Sara, simbolo di un dolore incommensurabile trasformato in resilienza e impegno civile.
Parole semplici, ma profonde, pronunciate dalla madre, hanno riempito l’aula: “Questo giorno lo avevamo sognato insieme, certo, in modo diverso.

Sara ha saputo affrontare sacrifici enormi per arrivare qui, e oggi siamo qui per onorarla, per custodirne il ricordo.

La sua luce continuerà a brillare, interiore ed esteriore, illuminando il cammino di chi la conosce e di chi ne ascolta la storia.

Era un dono prezioso, una creatura meravigliosa, e il suo spirito vive in ognuno di noi.

“La tragedia ha scosso profondamente l’intera comunità messinese, lasciando un segno indelebile.

La rettrice, sottolineando le qualità umane di Sara, ha descritto una studentessa brillante, non solo per l’eccellenza accademica, ma anche per la sua capacità di ascolto e la sua predisposizione all’aiuto verso il prossimo, doti rare e preziose che la rendevano un esempio per tutti.
La cerimonia, partecipata da familiari, docenti, colleghi e sindaci di Messina e Misilmeri, ha visto la presenza di Claudio, fratello di Sara, che ha espresso con brevità e intensità: “Sara vive.
” Un’affermazione che trascende il dolore, proiettando la memoria di Sara verso un futuro di speranza e cambiamento.
In segno di perpetua commemorazione, la professoressa Spatari ha annunciato che il cortile del rettorato, già dedicato a Lorena Quaranta, un’altra giovane vita spezzata dalla violenza di genere, sarà ora intitolato anche a Sara Campanella.

Un luogo fisico, un simbolo tangibile, per ricordare due vite perdute e per alimentare un impegno costante nella lotta contro il femminicidio, affinché simili tragedie non si ripetano più.
Questo gesto simbolico si configura come un monito, un invito alla riflessione e all’azione, per costruire una società più giusta, sicura e rispettosa dei diritti delle donne.

L’eredità di Sara, ora, si unisce a quella di Lorena, alimentando un fuoco di speranza e determinazione.

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