Un’operazione giudiziaria di ampio respiro ha sconvolto il sistema sanitario palermitano, con l’emissione di ordinanze cautelari che coinvolgono figure di spicco in ambito amministrativo, imprenditoriale e professionale.
Il Gip Cristina Lo Bue, al termine di articolati interrogatori di garanzia protrattisi fino al 13 novembre, ha disposto gli arresti domiciliari per cinque individui e l’interdizione temporanea dall’esercizio di pubblici uffici per altri sette, innescando un’indagine che mette sotto scrutinio la gestione di cruciali appalti sanitari.
L’inchiesta, che si ramifica su due gare d’appalto fondamentali per il funzionamento dell’Arnas Civico e dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, si concentra sulla presunta corruzione che ha permeato le procedure di selezione.
La prima gara riguardava la fornitura e la sterilizzazione del materiale chirurgico, un servizio essenziale per l’attività ospedaliera.
La seconda, a carico dell’azienda Villa Sofia-Cervello, verteva sul noleggio e la pulizia della biancheria, un aspetto apparentemente marginale che, nella sua gestione, si sarebbe rivelato terreno fertile per illeciti.
Tra gli arrestati domiciliari spicca la figura di Antonio Maria Sciacchitano, commercialista palermitano con un passato nel collegio sindacale dell’ospedale Civico e dell’Asp di Palermo.
La sua posizione, già compromessa da una precedente indagine collegata a “Sorella Sanità” – soprannome attribuito all’ex manager Fabio Damiani – si fa ora ancora più pesante, con l’accusa di aver ricevuto tangenti per favorire determinate imprese.
L’operazione evidenzia una potenziale struttura corruttiva che si sarebbe estesa nel tempo, coinvolgendo professionisti e funzionari pubblici.
Accanto a Sciacchitano, la rete degli arresti domiciliari include Gaetano Di Giacomo e Massimiliano De Marco, imprenditori attivi nel settore sanitario, e Catello Cacace, già coinvolto in indagini pregresse in collaborazione con il commercialista e Umberto Perillo.
Le ordinanze di interdizione temporanea, che vanno da sei mesi a un anno, colpiscono figure chiave come Alba Cristodaro, responsabile unico del procedimento, e Diego Russo, segno di un’indagine che mira a ricostruire la dinamica completa delle irregolarità.
Particolarmente rilevante è l’aspetto transregionale dell’indagine.
Tre dei soggetti colpiti da interdizione – Giuseppe Valentino, Vincenzo Criscuolo e Umberto Perillo – originari della Campania, sono legati a due imprese operanti in diverse aree geografiche, suggerendo possibili collegamenti e strategie di elusione del controllo.
La presenza di Aldo Albano, provveditore dell’azienda sanitaria Villa Sofia-Cervello, tra gli interdetti, solleva interrogativi sulla governance e il controllo interno dell’azienda stessa.
L’inchiesta, destinata a ripercorrere le vicende amministrative e contrattuali degli ultimi anni, mira a quantificare l’ammontare delle tangenti, identificare i responsabili e ricostruire le dinamiche di corruzione che hanno compromesso l’efficienza e la trasparenza del sistema sanitario palermitano.
L’operazione segna un momento cruciale nella lotta alla criminalità organizzata nel settore pubblico e sottolinea l’importanza di un controllo rigoroso e indipendente nella gestione dei fondi destinati alla salute.






