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mercoledì 12 Novembre 2025

Scicli, arrestato per abusi su minorenne: una ferita aperta.

Un’ombra gravissima si è abbattuta sulla comunità di Scicli, con l’arresto di un giovane di 21 anni, accusato di una spirale di violenza e coercizione che ha visto come vittima la sua ex fidanzata, una minorenne di soli 15 anni.

L’azione, disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari di Ragusa su impulso della Procura, è il culmine di un’inchiesta condotta dalla squadra mobile, innescata dalla denuncia dei genitori della ragazza, sollevata da crescenti preoccupazioni per il benessere psicofisico della figlia.
Le indagini hanno ricostruito un quadro inquietante: a partire dal mese di maggio, l’inizio della relazione sentimentale ha segnato l’inizio di un percorso di manipolazione e abuso che ha sfruttato la vulnerabilità emotiva della giovane, preda di un aggressore che ha saputo approfittare della sua ingenuità e fragilità.

La dinamica criminale non si è limitata a una semplice escalation di violenza fisica o verbale, ma ha coinvolto una complessa rete di coercizione psicologica e sfruttamento.
La minore è stata sottoposta a una serie di pressioni, intimidazioni e vessazioni che l’hanno progressivamente isolata dal suo ambiente familiare e sociale, rendendola sempre più dipendente dal suo aguzzino.
La manipolazione ha raggiunto livelli particolarmente efferati, inducendo la vittima a commettere furti all’interno del suo stesso nucleo familiare, sottrarre denaro e oggetti di valore che venivano poi consegnati al fidanzato.

Quest’ultimo, a sua volta, ha abusato della fiducia accordatagli, utilizzando in modo fraudolento la carta di credito della famiglia, configurando un reato di indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento elettronici.
L’arresto, eseguito in seguito all’emissione di una misura cautelare, è stato accompagnato dall’applicazione del braccialetto elettronico, a garanzia della sicurezza della vittima e della collettività.

Il caso solleva interrogativi urgenti sulla protezione dei minori, sulla necessità di rafforzare l’educazione all’affettività e al rispetto, e sull’importanza di creare canali di ascolto e di supporto per le vittime di violenza, incoraggiandole a denunciare e a rompere il ciclo di abusi.
L’evento mette in luce una profonda crisi di valori, che richiede un impegno concreto da parte di istituzioni, scuole e famiglie per prevenire e contrastare ogni forma di violenza, in particolare quella perpetrata a danno di persone indifese e vulnerabili.

La vicenda rappresenta una ferita aperta per la comunità, che ora dovrà confrontarsi con la gravità dei fatti e cercare di offrire sostegno alla giovane vittima, aiutandola a ricostruire la sua vita e a ritrovare la fiducia in sé stessa e nel futuro.

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