Sequestrati 20 milioni all’imprenditore legato alla mafia

Un patrimonio illecito stimato in venti milioni di euro è stato intercettato e sottoposto a vincolo giudiziale a Raffaele Giudice, figura imprenditoriale di sessantacinque anni, sospettata di mantenere stretti legami con l’organizzazione mafiosa di Vittoria.

La decisione, frutto di un’azione complessa e mirata, è stata emessa dalla sezione specializzata in misure di prevenzione del Tribunale di Catania, a seguito di una richiesta congiunta del direttore della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) e del Questore della provincia di Ragusa.
L’esecuzione del provvedimento è stata affidata alla DIA di Catania, in sinergia con le forze dell’ordine locali.

Questo intervento, che si inserisce in un più ampio quadro di contrasto alla criminalità organizzata, mira a privare Giudice dei frutti derivanti da attività presumibilmente funzionali all’associazione mafiosa.

La misura preventiva, prevista dal codice penale, rappresenta uno strumento cruciale per colpire la capacità economica della criminalità, disarticolandone le strutture e ostacolandone le attività illecite.
L’azione ha coinvolto l’immissione dei sigilli a otto società e una ditta individuale operanti in un’area geografica ampia, che include le province di Roma, Catania e Ragusa.
Le attività economiche interessate si concentrano nei settori dei trasporti e della compravendita di beni immobili, due ambiti particolarmente sensibili per il riciclaggio di capitali sporchi e l’accumulo di risorse finanziarie a disposizione dell’organizzazione criminale.
Oltre alle strutture societarie, il provvedimento ha interessato proprietà immobiliari di lusso, tra cui tre ville e numerosi terreni situati nella provincia di Ragusa, aree strategiche per il controllo del territorio e il consolidamento del potere mafioso.

Sono stati inoltre sottoposti a sequestro rapporti bancari e finanziari, non solo delle imprese coinvolte, ma anche di sei persone ritenute gravate da sospetti legami con l’imprenditore Giudice, ampliando così la portata dell’azione di contrasto.

Il sequestro di tali beni e capitali non si limita ad una perdita economica per l’imputato, ma incide profondamente sulla sua capacità di esercitare influenza e controllo nel tessuto economico e sociale, rappresentando un significativo passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata e nella tutela del patrimonio pubblico.
L’operazione evidenzia la crescente efficacia della collaborazione tra le diverse istituzioni e corpi di polizia impegnati nella prevenzione e repressione dei fenomeni mafiosi.

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